Tutti i burattini del mondo, da Chiostri a Benito Jacovitti

Alla biblioteca Sormani di Milano la più completa esposizione mai realizzata al mondo, per pezzi e rarità raccolte, su Pinocchio

Tutti i burattini  del mondo, da Chiostri  a Benito Jacovitti

Alla mostra si accede dalla porticina, rivestita da una grande bocca in legno del pescane, che dà su via Francesco Sforza, al 7, poi si percorre un breve corridoio completamente rivestito come la pancia del mostro, ed eccoci nella sala-prologo, dove è ricostruita (da Mobilitaly, un consorzio delle aziende artigiane d'eccellenza brianzole, dalle costruzioni all'arredamento al design, gente che lavora anche con Hollywood) la bottega del falegname Geppetto, in dimensioni reali. E a questo punto, eccoci davanti alla più completa esposizione mai realizzata al mondo, per pezzi e rarità raccolte, su Pinocchio. Siamo alla Sormani di Milano, nello scalone monumentale della Sala del Grechetto.

La mostra s'intitola Infinito Pinocchio (è aperta fino al 30 dicembre), l'ha pensata e realizzata Matteo Luteriani, patron delle edizioni Luni (il catalogo, inutile dirlo, è splendido), può contare sul materiale del più grande collezionista di «cose pinocchiesche» esistente (il quale vuole rimanere anonimo) ed è allestita come una fiaba raccontata pagina dopo pagina, fra fate e grilli che affiorano alle pareti, specchi ingannatori, una catasta di legno di quercia, le marionette della compagnia Colla e piccole impronte che è bene seguire...Seguendo il percorso inventato da Matteo Luteriani si incontrano libri, tavole e gadget editoriali ante litteram da favola, appunto.

C'è il fascicolo del Giornale per i bambini del 1881 con la prima puntata de La storia di un burattino (con la copertina cartonata che l'editore inviava a fine anno agli abbonati per rilegare l'opera completa), c'è naturalmente il Santo Graal del collezionismo pinocchiesco ovvero la prima edizione de Le avventure di Pinocchio di Felice Paggi Editore del 1883, qui in una copia in perfetto stato di conservazione, c'è l'edizione del 1901 con le illustrazioni di Carlo Chiostri, quella coi disegni stile liberty scanzonato di Attilio Mussino del 1911 (per molti e per lo stesso Luteriani il più bel Pinocchio mai illustrato), c'è un'edizione «pirata» con le tavole di Sergio Tofano in arte Sto, ci sono meravigliosi libri «movibili» (del 1915...) antesignani dei nostri pop up, ci sono le versioni, una più bella dell'altra, a giudizio di ognuno, interpretate da artisti come Accornero, Faorzi, Pintér, Mosca, Tofano, Topor...

fino a Jacovitti, che firmò ben tre Pinocchi e alla fine scrisse una filastrocca: «Col passare di due decenni/ del Pinocchio mi sovvenni/ e per chi mi disse che/ non c'è un due senza un bel tre/ l'illustrai con gran riguardo/ come ultimo traguardo». Per il resto, andate a vedere la mostra. È splendida, e non è una bugia.

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