"Il vero show rimane la politica"

"Il vero show rimane la politica"

Più che di «Telesogno», Enrico Mentana preferisce parlare di «Telesperanza». Inutile dire che l’arrivo di Santoro per il quale si è tanto adoperato apre nuovi scenari per La7. Sul palco, dialogando con Giovanni Stella e Urbano Cairo in prima fila, il direttore del tg ha detto che questo è l’anno delle elezioni. «E quando si avvicinano le elezioni è la politica il vero show. Potremmo pensare a un programma con tutti i nostri giornalisti insieme che intervistano i politici ospiti».

Insomma, c’è fermento, ci sono nuovi stimoli. Ma non chiamiamolo Terzo polo, che non porta bene...

«Chiamiamolo come ci pare. Fino a pochi anni fa c’erano due colossi che sommavano il 70 per cento dell’audience. Adesso siamo di fronte alla polverizzazione degli ascolti. Il satellite, le pay tv, il digitale free... Dire se il terzo polo è il primo o il secondo conta poco. Ciò che conta è che ci sia una rete caratterizzata da una coesione identitaria capace di aggregare il pubblico. Una rete in grado di offrire un prodotto che, senza essere risaputo, il pubblico immagina».

Cosa intende?

«Intendo la nostra vocazione a seguire e comprendere l’attualità. Succede qualcosa di importante e vai su La7 sapendo di trovarla. Forse non saremo più la tv dei grandi eventi soprattutto quando richiedono grandi risorse economiche per i diritti. Ma possiamo fare di necessità virtù e allungare il passo sulla misura delle nostre punte che sono Crozza, il Tg e ora Santoro».

Una vera tv di opposizione?

«Opposizione a chi? Una tv dipietrian-grillin-leghista? No. L’informazione di una rete è improntata al suo direttore. Non amo Grillo più di Monti, di Bersani o Di Pietro. Da non elettore, soprattutto non amo il partito preso. Qualcuno si aspettava una sorta di doppio standard: agguerriti con Berlusconi e morbidi con i tecnici. Invece... Non si può accusare di grillismo un tg perché divulga i sondaggi».

Quindi anche con Santoro non sarà tv d’opposizione.

«C’è spazio per tutti. Più che altro sono i partiti a non sapere se tra poco saranno al governo o all’opposizione. Il mio tg sa che, nei momenti delicati di una parte o dell’altra, non parlerà d’altro. Da noi Telese non sarà mai più di casa rispetto a Porro. Se il fenomeno televisivo Santoro fosse stato di destra avrei fatto lo stesso identico sforzo per portarlo qui».

Con lui sarà più facile o più difficile vendere La7?

«Facile: è una tv che vale di più».



È vero che avrebbe voluto spianare In Onda?

«No. Mi vanto di aver dato una mano a far arrivare le sorelle Parodi, come di aver dato spazio a Filippo Facci. Sono molto attento a che la rete possa rifiatare con presenze diverse».

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