Ernesto Guevara ha ispirato vari film. Subito dopo la sua morte, il primo fu italiano, El Che Guevara: lo scrisse un reduce della Repubblica sociale, Adriano Bolzoni, che si sentiva vicino a Guevara nella nobiltà della sconfitta; lo diresse Paolo Heusch; linterpretò Francisco Rabal, linterprete, guarda caso, di Tiro al piccione di Montaldo. Il secondo film fu americano, Che!: lo diresse Richard Fleischer; linterpretò Omar Sharif. Il terzo film è stato una coproduzione franco-brasiliana, I diari della motocicletta di Walter Salles, con Gael Garcìa Bernal. E una coproduzione, anglo-franco-spagnola, è ora anche Che - Largentino di Steven Soderbergh, con Benicio Del Toro, premiato per questinterpretazione allultimo Festival di Cannes.
Il regista è americano, ma non cè alcun luogo comune hollywoodiano, nemmeno capovolto di segno, nella prima parte di questa biografia che comincia dove finivano I diari della motocicletta, cioè quando il vagabondare del giovane medico argentino Ernesto Guevara lo portò a contatto con esuli cubani in Messico, guidati da un avvocato allora più nazionalista che marxista: Fidel Castro. Il seguito, sullepilogo boliviano, uscirà il Primo maggio.
È dunque lErnesto prima del Che a essere rappresentato nellArgentino, un giovane borghese che scopre che la sua Argentina, allora sotto Peròn, non è linferno, è il paradiso dellAmerica Latina. Altrove non ci sono solo tensioni sociali: ci sono pure e semplici oppressioni. Ma il mondo è ancora quello della Guerra fredda ed è lecito sperare che essa lasci interstizi per un po più di giustizia sociale alla periferia degli imperi.
Il nemico di Castro, Fulgencio Batista, diventa dunque anche il nemico di Guevara. Si prepara lo sbarco a Cuba, poi si consolida la guerriglia, che infine vincerà nel 1959, per la semplice ragione che gli Stati Uniti hanno abbandonato Batista, credendo Castro un utile successore nellamministrare i loro interessi locali.
Girato in digitale, per risparmio, nello stesso numero di giorni, trentanove, della marcia vittoriosa dei guerriglieri dalla Sierra allAvana, Largentino è di modesta spettacolarità e di nessuna retorica. Chi sè assuefatto allecheggiare di arie rivouzionarie sarà deluso; chi ignora gli imperialismi, specie quelli subalterni, ne capirà infine qualcosa.
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