Zac Efron non convince la critica più «adulta»

Cosa ci fanno queste ragazzine assiepate con cellulari e fotocamere all'uscita del Palazzo del Casinò? Sta per palesarsi Zac Efron e un piccolo brivido d'isteria adolescenziale attraversa anche il Lido. Piccolo, però, nonostante le quattro Lancia che attendono il divetto farebbero pensare a qualcosa di più. Anche all'incontro con i giornalisti l'accoglienza è stata tiepidina. Così come quella riservata a At Any Price, la pellicola in concorso di Ramin Bahrani, in qui recita con Dennis Quaid. «Ho fame di futuro», declama il divo di High School Music, «sono onorato di essere stato scelto per lavorare in questo film». Siamo nel Midwest e l'ambizioso Henry Whipple (Quaid) è titolare di una fattoria nella quale vorrebbe far lavorare i figli. Ma, per fuggire al ricatto del successo, uno preferisce andarsene sulle Ande da dove spedisce bucoliche cartoline, l'altro (Efron) vuole diventare pilota automobilistico. Tanto più ora che la crisi avanza, la filosofia del posto è «espanditi o muori». Così il padre che predica onestà è costretto a qualche manovra illegale per reggere la concorrenza e conquistare nuovi clienti «ad ogni costo». Mentre il conflitto con il figlio Dean si acuisce, arrivano gli ispettori a controllare coltivazioni e contabilità della fattoria. In più ci scappa un delitto... Il padre perde il sorriso e Dean decide di impegnarsi nell'azienda di casa. Fortuna che c'è la moglie (Kim Dickens) a ripetere che «siamo una squadra».

Più che Dostoevsky e la necessità del castigo per il delitto, sembra che in questo film si riconosca il Machiavelli del fine che giustifica i mezzi. «Ho voluto porre domande più che dare risposte», sottolinea il regista americano di origine iraniana. «La cultura del primeggiare ad ogni costo può portare a commettere tanti errori».