Il compito non era facile: «far rivivere il fascino indiscreto della Rivista». «Nella Rivista tutti facevano tutto, ballavano, cantavano, recitavano. E dalla Rivista sono usciti Walter Chiari, Sordi» ha raccontato Piero Rossi, anima e regista della Baistrocchi, sul palco. Il nuovo spettacolo della compagnia di attori-goliardi (non professionisti) nata nel 1913 è piaciuto. «Gli do un sette e mezzo - spiega lonorevole Alfredo Biondi, ex baestrocchino che nel 1950 recitò con Tortora in Regalo per papà - Gli avrei dato anche 8, vorrei servisse da stimolo per curare di più i testi». Secondo Biondi il copione era un po ripetitivo, «con lo schema dei due mattatori in scena e i ballerini. È stato il balletto - aggiunge - a tenere su lo spettacolo, merito di quel gruppo di ragazzoni buffi e impegnati. Lo spettacolo è piaciuto anche a mia moglie, più severa di me».
Sul palco, alla fine, sono saliti anche il direttore generale della Bai, Ernesto Gherardi, e Giacomo Rigalza che ha curato le scene. Gli attori sono andati a prendere i loro cappelli da goliardi con spille e simboli. «Da settimane provano a un ritmo serrato - ricorda Silvia De Stefano, portavoce della compagnia - Non dimentichiamo che una parte importante degli incassi va in beneficenza. Resteremo al Politeama fino al 13 gennaio, ci sono serate, come quella del 31, che vanno già verso il tutto esaurito».
Il pubblico perdona qualche movimento non perfetto e un «blocco della battuta» in scena, con ricorso al copione. Lo spettacolo strappa risate e applausi. «Per me era la terza volta, è stata unedizione splendida» dice Gaetano Bignardi, il rettore delluniversità di Genova. Concorda Gianni Plinio di An: «Mi è piaciuta più degli anni scorsi».
«Cè stata qualche battuta volgare, ma fa parte del gioco» riprende Biondi.
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