da Roma
Ultima chiamata per Alitalia. Il governo convince i sindacati a più miti pretese avvicinandoli alla firma, mentre il commissario straordinario Augusto Fantozzi comunica alle organizzazioni che da domani i voli della compagnia sono a rischio, perché alcuni aerei corrono il pericolo di restare a terra per problemi di carburante. Silvio Berlusconi convoca i vertici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl a palazzo Chigi per l’estrema mediazione. E il sottosegretario Letta insieme ai ministri Sacconi e Matteoli riescono a riannodare i fili del negoziato coi confederali. Ora la parola passa ai piloti.
Nel lunghissimo negoziato notturno governo e sindacati hanno trovato un punto di convergenza sulla stabilità dei salari in cambio di un aumento della produttività. Oltre alla maggiore flessibilità nei contratti rimarrebbero da limare dettagli relativi a specificità dei piloti (da inquadrare come dirigenti) e al perimetro aziendale. La riunione è stata sospesa per sottoporre la piattaforma a Cai e a Intesa Sanpaolo: Rocco Sabelli, Corrado Passera e Gaetano Micciché sono giunti a palazzo Chigi verso mezzanotte rimanendovi circa un’ora. Al termine, il barometro segnava bel tempo. Se però i piloti rifiutassero, sarebbero responsabili del fallimento.
«Se ci incontriamo tutti - dice Sacconi - è per firmare. Il fallimento è vicino ma anche un risultato è a portata di mano, siamo al 50 per cento». Si è trattato in tutte le direzioni per evitare il disastro. Umberto Bossi auspica l’ingresso della Lufthansa per sostenere l’«hub» di Malpensa. «Può darsi - aggiunge il leader della Lega - che i tedeschi entrino in Alitalia».
Una seconda, lunga notte di negoziato decide dunque il futuro della compagnia. Futuro che resta per ora in bilico, a un passo dal baratro. Alcuni aerei - comunica ai sindacati il commissario straordinario Fantozzi - corrono il pericolo di restare a terra per mancanza di carburante. I fornitori, Eni in prima fila, fanno problemi con i rifornimenti. «Oggi (ieri, ndr) - rivela il commissario incontrando alla Magliana tutte le sigle sindacali - abbiamo rischiato di lasciare a terra dodici aerei senza carburante». Fantozzi assicura tutto l’impegno a mantenere l’operatività della compagnia, ma la situazione è molto confusa, tanto che ai call center della compagnia qualche operatore consiglia di attendere prima di acquistare i biglietti. Inoltre, l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) comunica che la licenza provvisoria che consente all’Alitalia di operare per sei mesi è «a rischio» senza accordo.
Il quadro disegnato da Fantozzi è fosco. Da domani verranno avviate le procedure per la cassa integrazione degli equipaggi dei 34 aerei - per lo più vecchi Md 80 e Atr - già messi a terra con il piano Prato: secondo calcoli dei sindacati, la cassa dovrebbe riguardare 600-700 dipendenti. Sempre domani, Fantozzi chiederà l’estensione del commissariamento a tutte le società del gruppo. La disdetta dei contratti collettivi sarà operativa dal 30 novembre. Fantozzi ha sottolineato «l’aggravarsi della situazione finanziaria a causa di difficoltà e richieste dei fornitori», ma ha anche assicurato la «massima attenzione per garantire, finché possibile, la normalità. Non sto dichiarando fallimento stasera, ma la situazione - ha aggiunto - sta precipitando».
I sindacati smentiscono che da domani i voli Alitalia siano in pericolo, e criticano il commissario. «Al momento - dicono gli assistenti di volo dell’Avia - non risultano cancellazioni. Dire che i voli sono a rischio destabilizza la compagnia: noi faremo volare gli aerei fino all’ultimo giorno». Gli assistenti di volo aggiungono che sulla questione del carburante «qualcosa non quadra, visto che solo l’Eni frappone difficoltà ai rifornimenti». Secondo i piloti, Fantozzi ha drammatizzato il problema. A Fiumicino e a Linate ci sono state anche ieri manifestazioni.
Dal fronte Ue, infine, il commissario ai Trasporti Antonio Tajani ricorda che per il via libera di Bruxelles al piano Alitalia «è indispensabile la assoluta discontinuità giuridica fra nuova e vecchia compagnia».
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