Il Clarence Seedorf che non ti aspetti, lontano dai riflettori di San Siro e dalle cannonate allincrocio dei pali. Serio, posato e riflessivo, eccolo invece sviscerare i suoi progetti di etica sociale, dove il calcio centra sempre ma è lontano anni luce dalle polemiche sugli arbitri o dagli ingaggi a nove zeri. «Champions for children» è il nome della fondazione con cui, in questi anni, il fantasista rossonero ha dato vita a centri in tutto il mondo che sostengono i diritti dellinfanzia attraverso lo sport. Finora ha realizzato i suoi «Playground», strutture finalizzate alleducazione, alla salute e allinserimento professionale, in Olanda, Brasile, Kenia, Cambogia e Suriname. L8 aprile, con il patrocinio del Comune di Milano, il Castello Sforzesco ospiterà un Gala di beneficienza a favore di un modello educativo sviluppato con lUniversità Cattolica di Milano. Prossimo obbiettivo: la creazione di un nuovo centro a Manenberg, nei sobborghi di Cape Town in Sudafrica. «Ho cominciato dieci anni fa -racconta Seedorf- con uno scopo ben preciso, regalare al prossimo un po della fortuna che ho avuto nella mia vita. Con lUniversità siamo riusciti a sviluppare un modello multifunzionale e replicabile in tutti i Paesi e in grado di salvare i ragazzi dalla strada mettendo al centro lo sport come educazione ai valori della vita. Ad Almere, in Olanda, la nostra attività ha ridotto il tasso di criminalità in un quartiere a rischio».
Seedorf, che fa anche parte della Nelson Mandela Foundation, intende replicare il progetto anche in Italia. «Qui può essere utile anche come strumento di integrazione per i bambini delle comunità straniere residenti che ancora soffrono molte barriere culturali».MDM
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