Appiano G. - La faccia migliore dell'Inter è quella dei tifosi: tanti, ottimisti, cuor contenti e cuor fedeli ieri mattina ad Appiano. Tutti convocati in tribuna per vedere la partita allenamento con il Lugano. Moratti, per la seconda volta ad Appiano nel giro di tre giorni, seduto in panchina insieme a Mazzarri. E cosa volete di più? Magari che Thohir porti qualche soldo. Non saranno tanti (per il mercato) ma meglio attendere ancora qualche settimana. La faccia della speranza è quella di Diego Milito: c'è la Juve alle porte, c'è una stagione da scalare e una guarigione da confermare. Tutto a posto e niente in ordine: il Principe è un gattone di marmo, scatta poco, evita contrasti duri, non c'è agilità, segna un gol, ne sbaglia tanti ma rispetto ad altri resta un principe del pallone. Parla la classe. Per gli altri parla la mediocrità. «Diego è migliorato, siamo sulla buona strada, sta bene, atleticamente non può essere ancora in forma. Poi ha fatto gol che è la cosa importante». Detto da Moratti e Mazzarri, ribattezzato Paul Ince, che hanno pranzato insieme.
Facce sollevate, ma non parliamo di sfida alla Juve. Ci vorrà ancora tempo per non rovinar la reputazione a Milito. Se poi Mazzarri volesse portarlo in panchina a San Siro, è altro tipo di scelta. Per l'attaccante sarà la fine di un calvario, come capita a tutti quelli che subiscono la rottura del legamento crociato. Il suo ginocchio sinistro si è infranto nel terribile infortunio di Europa League contro il Cluj (14 febbraio). Primi test con la Primavera, ieri 70 minuti con la squadra B (solo Cambiasso, Jonathan, poi Juan Jesus per i titolari): Diego ha segnato nella ripresa quando l'Inter era sotto di 2-0, Castellazzi (molto più rassicuranti le parate di Carrizo nel primo tempo) aveva combinato un po' di pasticci, ma parato pure un rigore. Poi il Principe ha trovato il colpo da piede nobile (servito da Wallace) e Kuzmanovic il gol da colpo di stecca per il pareggio finale.
«Il peggio è passato, l'importante è trovare la condizione. È stato bellissimo segnare. Ora è importante accumulare minuti. Sto sempre meglio: questo conta», la soddisfazione di Milito è meritata e tangibile, ma che dire degli altri? Icardi neppur impiegato perchè ancora infortunato. Il migliore è quello che non conta: si chiama Michael Ventre, Primavera classe '96 pescato dal Genoa. Come vuole il nome, platineggia ed ha il tocco raffinato, anche illuminato. Lo vedi e dici: quello sa giocare. Gli altri? Vien da sorridere. Se questa è l'Inter B, non basta un'Inter A per vincere lo scudetto. «Ragazzi un po' imballati, ma era previsto», se la cava Mazzarri. Rolando e Wallace? «Hanno svolto un allenamento pesante, non hanno potuto esprimersi al meglio, però si vedono le qualità», ha commentato Moratti nel suo politichese per mitigare l'impressione. Lo stopper portoghese è un tronco d'albero.
E se Samuel è sbiadita ed affannata copia di se stesso, Andreolli non spiega la ragione dell'acquisto. Ma sabato c'è la Juve. Sarà un'altra Inter. Almeno in difesa.
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