Appiano G. - Non chiedetegli soldi, ma solo di portare fortuna. Magari mister sms Thohir ce la fa. Oggi ci sarà anche lui a San Siro, appena sbarcato dall'Indonesia, e chissà mai non acchiappi davvero il ruolo del portafortuna: non a caso ha assistito all'unico successo nerazzurro (derby) nelle ultime otto partite di campionato. Ha scelto bene, se l'Inter non ritrovasse la vittoria contro il Catania non basterebbe neppure un qualsiasi crocerossino per salvarla dal delirio. Facce buie, atmosfera moscia, spogliatoio hot anche senza Wanda: questa è l'Inter di oggi. Mazzarri, sempre più disperato, si è ridotto al più classico dei salvagenti: va bene tutto, purchè si vinca. «Ho chiesto ai ragazzi di non pensare a niente, solo al nostro calcio, ho chiesto di essere tranquilli, più cinici sotto porta. É importante che si vinca, bisogna cercare i tre punti in tutti i modi. Dobbiamo pensare a svoltare, a fare i punti che ci sono mancati nelle ultime gare». Di solito capita di ascoltare questi discorsi quando un allenatore è sull'orlo dell'esonero. Non sarà così per il mister nerazzurro che, anzi, ha rassicurato (?) di non aver mai pensato alle dimissioni. Ma è stato molto più vago sul futuro: «L'ultima cosa cui penso è la fine del campionato, non ho mai pensato nella mia carriera a cosa fare a fine anno».
Chi lo conosce racconta che il pensiero frulla nella testa, poi sarà Thohir a indicargli la via: in un senso o nell'altro. Magari basterebbe un aiuto di mercato. Ma l'indonesiano ha la testa nel business, nel marketing e in tutto quello che dovrebbe farlo rialzare dai 250 milioni che gli toccherà sborsare per l'Inter. E, francamente, ancor non se ne capisce la ragione: chi mai vuol buttare danari nel nostro calcio con il rischio di non uscirne economicamente vincente? Per ora sarebbe meglio risollevare l'Inter e il suo allenatore che lo ha indorato con giudizio. «Che sia qui presente è solo positivo. Però lui anche quando è lontano sa tutto e ha contatti con le componenti della società, vedo grande unione e fiducia». Non è andato più in là il tecnico, preferendo ricordare altro tipo di necessità: «Ci vogliono attenzione e concentrazione. Credo che i giocatori abbiano ancor più voglia di me di riscattarsi. Vedrete, la squadra finirà il campionato alla grande: basta metterne una dentro e l'incantesimo si spezzerà».
Intanto oggi Guarin guarderà la partita dalla tribuna (idem Mudingayi), chissà non riesca a partire.
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