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Abbonati a rischio: calcio all'ultimo stadio

Numero chiuso sugli spalti e lotteria per i posti. E c'è chi regala abbonamenti

Abbonati a rischio: calcio all'ultimo stadio

Mille e non più (di) mille. Il presunto slogan messianico-fifone dei nostri antenati all'approssimarsi della fine dell'anno 999 era una bufala, ma può essere riadattato ad esprimere un terrore ben più profondo: quello che alle partite di calcio delle grandi leghe, l'anno prossimo, sia possibile far entrare un ridottissimo numero di spettatori, per il pericolo di un ritorno della fase peggiore della pandemia. Problema che si pone già per chi sta provando a terminare la stagione attuale, figuriamoci per chi deve programmare la prossima: e non è solo questione di aprire o chiudere cancelli, ma di qualcosa di profondamente più complicato.

Aprire o meno la campagna abbonamenti, che normalmente in maggio è già pronta ad essere lanciata? Chiedere già la caparra a chi prende in affitto i sempre più fondamentali salottini privati (che solo allo stadio del Tottenham accolgono ben 8000 persone)? Ovviamente no, perché non è dato sapere se e quando l'accesso sarà possibile. È uno dei tanti problemi che paralizzano qualsiasi programmazione: certo, c'è chi si è messo avanti, come Espanyol e Leganés, che nel 2020-21 non faranno pagare un solo euro agli abbonati per l'attuale stagione, di cui non potranno seguire dal vivo le ultime partite. Altrove, si sta seguendo la formula del rimborso 2019-20 in forma di sconto futuro: è quanto proprio ieri ha deciso il Liverpool, che per le restanti quattro gare ridarà ad abbonati e possessori di biglietto l'intera somma pagata, o permetterà loro di utilizzarla a scalare dal costo 2020-21, con una perdita di circa 14 milioni di euro per il club. Ma quale 2020-21, se nessuno può sapere quando sarà possibile riaprire le porte di Anfield e se sarà al 100% della capienza? Anche per questo motivo si è ipotizzato anche il sorteggio degli abbonamenti e addirittura dei biglietti in caso di riaperture parziali a capienza ridotta.

Il modello più verosimile, intanto, può essere quello della Superliga danese, che intende gradualmente riaprire le porte ai tifosi già per la chiusura di questa stagione, limitando la capienza. Intanto, già per la prima partita della riapertura, lunedì prossimo contro l'AC Horsens, la capolista Midtjylland preparerà due megaschermi in un parcheggio da duemila posti, il che vuol dire 8000 potenziali spettatori, magari un po' scomodi.

Il dilemma rischia di essere ancora più pesante per chi sta progettando non solo il 2020-21 ma anche gli anni a venire: è il caso del Bologna, che ha ricevuto dal Credito Sportivo il via per la ristrutturazione dello stadio ma che nei 18 mesi di durata dei lavori costruirà un'arena temporanea invece di trasferirsi in province adiacenti. Quanti posti avrà l'impianto provvisorio e come progettare la vendita di abbonamenti?

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