Agenti rivelano: "Dove morì Pantani, altri entrarono prima di noi..."

Nuove testimonianze sulla morte di Marco Pantani: il "giallo" continua

Agenti rivelano: "Dove morì Pantani, altri entrarono prima di noi..."
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È una storia che non ha fine e che è prossima a scrivere un nuovo capitolo. Alcune persone sarebbero entrate nella stanza dove venne ritrovato il corpo privo di vita di Marco Pantani. Sarebbero entrate prima della polizia scientifica, inquinando sostanzialmente le prove.

Lo hanno sostenuto due agenti della scientifica, sentiti come testimoni dalla Procura di Trento nell'ambito dell'inchiesta per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine. I due testimoni all'epoca dei fatti furono incaricati di effettuare i rilievi all'interno del residence Le Rose di Rimini, dove il Pirata fu ritrovato senza vita il 4 febbraio del 2004. I due agenti hanno riferito di aver ricevuto disposizioni da due persone entrate per prime nella stanza «di aspettare fuori».

«Prima entrarono altri nella camera dove morì Marco Pantani per primi dovrebbero entrare gli operatori della scientifica opportunamente attrezzati con calzari, guanti e tute», sono le dichiarazioni dei due agenti, visionate in anteprima da La Presse.

La Procura ha già sentito dieci persone. Lo scopo è ricostruire le modalità del prelievo effettuato nella tappa di Madonna di Campiglio il 4 giugno 1999, quando il pirata era avviato a vincere il suo secondo Giro d'Italia. Ricordiamo che Pantani non venne mai trovato positivo, ma fu sospeso per quindici giorni per un tasso di ematocrito troppo alto (oltre il 51% consentito, ndc): fu in sostanza fermato per la sua salute.

Sotto la lente della procura di Trento c'è infatti il sospetto della manipolazione a opera della camorra delle provette con il sangue di Pantani.

Ma sotto la lente d'ingrandimento delle autorità giudiziarie sarebbe finita anche «la frettolosa conclusione delle indagini, che non ha portato a rilevare le impronte digitali nel luogo del rinvenimento del cadavere», come per altro già evidenziato dalla Commissione antimafia.

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