Due giorni fa, la festa. Ieri, le preoccupazioni, i dubbi e le incertezze. Fino a quando, appena dopo le ore 20,30, sull'account Twitter della Juventus è stato annunciato che l'allenatore del prossimo anno sarà ancora Antonio Conte. Il tutto, al termine di una giornata in cui si erano rincorse voci su voci. Le quali riguardavano un possibile incontro (certo non il primo) tra Andrea Agnelli e il suo tecnico che comunque non si era svolto nella sede di corso Galileo Ferraris ma - secondo alcune indiscrezioni - appena fuori città, in una delle abitazioni del presidente: faccia a faccia «tra due persone che si stimano e che sono legate da un rapporto di amicizia», come aveva detto più volte il tecnico bianconero. Se la sarebbero vista loro due, senza intermediazioni. Con Marotta e Paratici nei rispettivi uffici, almeno all'inizio e senza comunque che il primo prendesse l'autostrada per Savona dove era atteso in occasione del Memorial Currò: e con i protagonisti principali di questa telenovela appassionante per alcuni e noiosa per altri a guardarsi negli occhi altrove. Secondo alcune ricostruzioni il via, minuto più minuto meno, ci sarebbe stato intorno alle ore 17 mentre da Genova arrivavano mezze conferme circa la messa in preallarme di Mihajlovic da parte della dirigenza bianconera. Con attori non protagonisti, tipo Marco Materazzi, che dicevano la loro: «Da tifoso interista, spero che Conte non rimanga alla Juve. Grande merito dei 102 punti appena conquistati in campionato è suo - aveva dichiarato l'ex nerazzurro -. E non è vero che la Juve ha giocato contro nessuno, lo dissero a suo tempo anche della mia Inter. In realtà la Roma di quest'anno va applaudita, perché è riuscita a tenere i bianconeri sulla corda fino alla fine».
Così, nel quarto anniversario della sua presidenza, Andrea Agnelli si è trovato ad affrontare una situazione che probabilmente non immaginava così complicata ma che, con il passare dei giorni, si è rivelata molto più difficile da gestire rispetto a quella analoga di dodici mesi fa. Fino a sera, insomma, le buone notizie arrivavano solo dal Giudice Sportivo, il quale aveva ritenuto di non prendere alcun provvedimento nei confronti della Juventus per l'esposizione di «uno striscione dal contenuto oltraggioso» per la memoria dell'ispettore Raciti: considerato che «qualche istante dopo, da tutti gli altri settori dello stadio venivano rivolti fragorosi fischi di dissenso» e veniva intonato il coro «scemi, scemi», nessuna sanzione è stata comminata.
Intorno alle 19 Conte e il fratello Daniele erano stati avvistati in zona Crocetta, ovvero a pochi passi dalla sede bianconera. Segnale da interpretare positivamente, ecco. Con le parti che si sarebbero avvicinate e non solo perché «ho un contratto fino a giugno 2015 e non l'ho firmato con il fucile puntato alla testa», come aveva detto il tecnico leccese pochi minuti dopo avere raggiunto i 102 punti in campionato. Dopo di che, Conte se ne era andato a casa, la sede si era svuotata e la giornata pareva assumere contorni nemmeno troppo definiti fino al tweet che ha squarciato il velo sulla stagione che verrà. E non oltre, almeno per il momento.
Oggi, la certezza è che il pilota della fuoristrada bianconera sarà a Melfi in occasione di un evento privato Fiat e poi a Rieti per il Premio Scopigno: non proferirà verbo, almeno così ha già fatto sapere l'ufficio stampa juventino.
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