Londra Prima un sedicente uomo ragno. Qualche giorno più tardi, un cosiddetto guerriero pacifico. Due azioni di disturbo, senza conseguenze. Atti di insolenza verso le misure di sicurezza che circondavano invano sia il grattacielo più alto dEuropa che la tradizionale Race Boat. Il primo, Robert Garrett, ha scalato indisturbato i 310 metri dello Shard di Renzo Piano; laltro, Trenton Oldfield, si è tuffato nel Tamigi senza che nessuno potesse scongiurare linterruzione della storica regata di canottaggio Oxford-Cambridge.
Due personaggi stravaganti che a poco più di 100 giorni dalle Olimpiadi hanno riacceso preoccupazioni e incognite attorno alla sicurezza dei Giochi. Perché nonostante gli ingenti e costosissimi sforzi, Londra resta inerme di fronte alla minaccia terroristica. Non è una resa quanto una scomoda ammissione di onestà, quella di Sebastian Coe, presidente del comitato organizzatore. «È impossibile impedire con certezza che accadano certi episodi, il nostro dovere è di provare a minimizzare i rischi», le parole di Coe, consapevole che i Giochi rappresentano una ribalta irresistibile per mitomani, boicottatori e, soprattutto e purtroppo, per i terroristi. Da qui lappello «a volontari e spettatori», sempre di Coe, «affinché non venga rovinato per una propria indulgenza il giorno più importante nella vita di tantissimi atleti».
Attenzione e vigilanza. Perché come spiega il presidente del comitato olimpico britannico, Colin Moynihan «basta un idiota a provocare un casino». Linguaggio non proprio decubertiano ma che spiega bene la tensione crescente. Alimentata anche dagli ultimi report dellintelligence di Sua Maestà, che teme le iniziative di attentatori solitari, o di cellule terroristiche in sonno che potrebbero già trovarsi in territorio britannico, pronte a colpire durante le settimane olimpiche. Più fantasiosa ma non meno inquietante, lindiscrezione del tabloid Sun secondo cui Al Qaida avrebbe messo a punto un «piano al cianuro» di contaminazione di massa.
Ansie o nevrosi, Londra non ha comunque badato a spese nello sforzo di garantire la sicurezza ai suoi terzi giochi. Dallalto di un budget di 650 milioni di euro, quasi il doppio rispetto a quanto previsto solo un anno fa. Per la sua più vasta mobilitazione dai tempi della Seconda guerra mondiale. Circa 23.500 persone impegnate nei controlli, dislocate negli oltre cento siti olimpici. Tra questi anche 3.800 agenti del controspionaggio al fianco della polizia per proteggere il mezzo milione di appassionati come i 110 capi di Stato o di governo. Ma anche 13.500 militari, 4.000 dei quali attualmente dislocati in Afghanistan, con batterie di missili terra-aria collocate attorno alla capitale, e la portaelicotteri della Royal Navy Ocean ancorata nel Tamigi.
Misure indispensabili nonostante la crisi economica per il governo britannico; «nevrotiche», «surreali» e «dispotiche» per il New York Times. Anche se proprio la spedizione a stelle e strisce beneficerà di un contingente extra di mille agenti statunitensi. Perché le precauzioni vanno di pari passo con le paure.
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