Allarme illegalità per l'arrivo dei «totem»

A Bolzano si stimano almeno 50 postazioni irregolari di gioco on line comparse al posto delle slot di Stato

Allarme illegalità per l'arrivo dei «totem»

Trentotto punti vendita nel solo Comune di Bolzano. È il numero dei locali pubblici che hanno installato all'interno delle loro mura apparecchi da gioco non regolari classificabili nella categoria dei cosiddetti «totem». O, almeno, questo è il dato emerso e documentato in varie testimonianze raccolte da GiocoNews.it , che probabilmente costituisce soltanto una stima al ribasso, e che proverebbe la presenza di oltre 50 terminali irregolari nel capoluogo altoatesino. Ma è lo stesso dato che è arrivato in questi giorni sul tavolo dei Monopoli di Stato, attraverso l'associazione Acadi – in rappresentanza dei concessionari di Confindustria – che ha denunciato il dilagare del fenomeno chiedendo un intervento immediato sul territorio, in virtù delle norme vigenti che vietano espressamente (a livello nazionale) anche la sola presenza di uno di questi terminali di gioco online, di qualunque natura.

Secondo testimonianze e prove documentali, il fenomeno includerebbe due diverse tipologie di terminali: da un lato ci sono i totem che offrono giochi online collegati ad alcune «punto com», mentre in altri casi si tratta di terminali per giochi cosiddetti promozionali. Ma sia nel primo, sia nel secondo caso si tratta di un'alternativa al gioco legale.

La notizia ancora più allarmante per gli addetti ai lavori (e per lo Stato) è che tali terminali si trovano in quegli stessi locali dove, fino a qualche tempo fa, si trovavano le normali new slot, cioè gli apparecchi da intrattenimento disciplinati dallo Stato, sostituiti, non per scelta degli esercenti, ma in nome e per conto dello Stato. Sì, perché è impossibile non riscontrare come, nella maggior parte dei casi, si tratta di locali in cui gli apparecchi da intrattenimento sono stati eliminati dagli esercenti e ritirati dai gestori perché ad imporlo è stata una legge, e nello specifico caso di Bolzano, quella regionale, la numero 17 del 2012, che ha stabilito il divieto di installare giochi in ambienti ritenuti sensibili dall'amministrazione locale. Un tema che era già emerso chiaramente sui territori in cui sono state attuate restrizioni di carattere legislativo locale, nei quali lo stesso commissario capo della squadra mobile altoatesina, Giuseppe Tricarico, aveva sottolineato l'evidenziarsi di una crescita dei fenomeni di illegalità, e che non può più rimanere inascoltato. Non soltanto perché gli operatori richiedono un sacrosanto intervento repressivo nei confronti di questa dilagante illegalità, ma anche e soprattutto perché lo stesso, assurdo scenario, si potrebbe riscontrare su tutti gli altri territori che hanno adottato – o hanno intenzione di farlo – leggi del tutto simili a quelle introdotte a Bolzano.

Un problema che è d'attualità anche nell'altra grande «osservata speciale» sul fronte del gioco: Genova. Un rischio, quello dell'aumento dell'illegalità, già denunciato da As.Tro in seguito all'apertura di una sala scommesse accanto ad un oratorio, e avvertito chiaramente anche dalle forze dell'ordine della città ligure, che in questi giorni hanno intensificato i controlli nei Ctd.

E così, mentre il governo proclama il contrasto all'illegalità e all'evasione fiscale, nello stivale si diffonde un'economia parallela attraverso il fascino del gioco.

Ma non si tratta del gioco pubblico, bensì di un'offerta che si contrappone all'industria statale del gioco e che ne rappresenta, al contrario, una scomoda alternativa. Per una vera e propria concorrenza illecita nei confronti degli operatori legali.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica