Allegri in difesa: "Berlusconi sa tutto sullo spogliatoio"

Il tecnico risponde ai dubbi sulla permanenza in panchina: "Ho un contratto fino al 2014. Il caso Pirlo? Parlo sempre con il presidente: giusto faccia esternazioni, ma conosce le vicende"

Il presidente del Milan, Silvio Berlusconi, con l'allenatore Massimiliano Allegri
Il presidente del Milan, Silvio Berlusconi, con l'allenatore Massimiliano Allegri

Ci sono già tante risposte da dare: alla classifica, ai tifosi, a se stesso e alla squadra. Figuratevi se Max Allegri si avventurava nel dare una risposta a Berlusconi, che è il padrone ed anche chi gli passa sostanzioso stipendio. Quindi niente risposta sulla battuta (mica tanto) del padrone e prendere la bicicletta e pedalare. Allegri è un buon navigatore di mari in tempesta, conosce il mondo ed allora meglio pensare alla sfida di coppa Italia contro la Juventus e attenersi ai fatti. E ai contratti. La risposta è gelidina, ma l'attestato di poca fiducia da parte di Berlusconi (poi moderata con un più soft:«Gli allenatori dipendono dai risultati») non è stato proprio una carezza. E apre molti orizzonti sul Milan del prossimo anno. Scartata l'idea Guardiola, troppo dispendiosa. Resta aperta l'ipotesi Montella. E non solo. Quindi Allegri si attiene appunto al contratto e dice: «Ho un contratto sino al 2014 e intendo rispettarlo. Come sempre, sono concentrato, assieme ai ragazzi, per ottenere il massimo per quelle che sono le potenzialità della squadra».
La sberletta brucia, Allegri aveva chiesto fiducia a più lunga gittata. Ma c'è altro, un focherello che rischia di far salire il calor bianco. Per esempio, l'accenno del presidente a Pirlo: dispiaciuto perchè se ne sia andato. E sempre di mezzo le colpe dell'allenatore («Non era in sintonia») che, stavolta, risponde con più precisione. «Il rapporto con il presidente è ottimo, Berlusconi è a conoscenza delle vicende dello spogliatoio, quindi è giusto che io non risponda alle sue esternazioni, è giusto che le faccia. Non commento le parole del presidente, con Galliani ho fatto valutazioni tecniche sulla squadra, sui giocatori che possono partire. Ho espresso le mie idee, la società valuterà con la proprietà e prenderanno le decisioni su cosa è meglio fare per migliorare la squadra, sempre seguendo l'idea giusta del presidente di inserire giocatori giovani».
Insomma, tutto a posto e niente in ordine. Allegri deve aver imparato da Ancelotti che, negli ultimi anni al Milan, teneva guardia alta per non ritrovarsi con gli occhi blu, ma per lasciar liberamente sfogare il presidente. Poi è finita come sappiamo.
Per il momento l'interesse del tecnico e della squadra è tesa alla partita con la Juve. Berlusconi è stato chiaro: «La vedo male». Allegri vedrà di vederla meglio. Senza lasciarsi trarre in inganno dalla sconfitta bianconera in campionato. «La cosa anomala fu l'anno scorso, che non perse una partita. Chiudere a 44 punti il girone di andata significa che è ancora la più forte del campionato e lo dimostra per la solidità che ha. Andare a cercare cose negative sulla Juve è eccessivo».

Dunque? «Bisogna interpretare questa partita come se fosse una finale, sapendo che non giochiamo in campo neutro ma in casa loro». Se poi il campo dirà bene, anche Berlusconi sarà contento di essere smentito. Almeno stavolta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica