Allegri: "Siamo in crescendo Adesso conta solo Cardiff"

Il tecnico punta tutto sul trionfo in Europa e non scioglie i dubbi sul futuro: "Dobbiamo confrontarci..."

Allegri: "Siamo in crescendo Adesso conta solo Cardiff"

Nostro inviato a Torino

Il nome Juventus scolpito nella storia. Il sesto scudetto consecutivo arriva nella domenica perfetta con un sole estivo che illumina il trionfo dei record: "Signora 6 da leggenda". In quattro giorni i bianconeri calano il terzo double di fila, campionato più coppa Italia. Perché Andrea Agnelli che festeggia in campo come John Elkann alla vigilia aveva ricordato che «la Juve esiste per vincere». Da ieri la contabilità ufficiale racconta di una Signora che dice 33 scudetti, mentre quella del popolo bianconero arriva a 35. Anacronistica perché ormai questa società e questa squadra sono padroni assoluti d'Italia da tre anni.

Il match point decisivo, dopo quello sprecato con la Roma, arriva contro il Crotone che in corsa per la salvezza poco può contro una Juventus in formato Champions. Turnover solo per Chiellini che si chiama fuori forse pensando a Cardiff e memore dell'infortunio che gli fece saltare Berlino. E la firma sullo scudetto la mette Mario Mandzukic, l'anima di questa squadra. Dopo dodici minuti Super Mario dà il via alla festa, la sentenza su punizione di Dybala arriva prima dell'intervallo. Il tre a zero arriva con la goal line technology che "vede" dentro la testata di Alex Sandro a cinque minuti dalla fine. E non è un caso che solo allora lo Stadium si lasci andare in un liberatorio "i campioni dell'Italia siamo noi". Manca solo il gol di Higuain che si "consola" perché i tifosi lo premiano come mvp bianconero della stagione. Ma il Pipita ha vinto la sua scommessa di barattare un più che probabile altro titolo di capocannoniere per vincere qualcosa e comunque abbatte la soglia dei venti gol, impresa riuscita solo a Charles e Sivori alla prima stagione in bianconero.

Mandzukic firma l'ultima tappa di una cavalcata che si conclude in quella casa che da sei anni fa la differenza. Insieme alla difesa. Perché quella con il Crotone è un'altra partita senza subire gol: oltre il cinquanta per cento di clean sheets in sei stagioni. Negli ultimi tre ha pesato anche la mano di Allegri che ha plasmato più e più volte la sua Juventus fino alla versione definitiva con la trazione anteriore: «una svolta perché eravamo arrivati a un punto che non potevamo più migliorare». Entrato nel cuore dei tifosi, vincente come solo Trapattoni e Lippi, e chiamato sotto la curva, l'allenatore ha ricambiato con un inchino che a posteriori potrebbe avere il sapore di un saluto. E Allegri lascia spalancata la porta sul suo futuro, soprattutto se dovesse vincere la coppa Campioni, perché mentre Marotta dice che «dipende da lui, il ciclo non è chiuso», l'allenatore precisa «dipende da tutti e due, ci dovremo confrontare». Anche perché questa Juve è difficilmente migliorabile «siamo a un livello talmente alto - sottolinea Max - che un conto è cambiarne otto, un altro aggiungerne uno o due. Comunque la cosa importante è vincere a Cardiff». Riconosce il merito a Roma e Napoli «che arriveranno a 86-87 punti. Ci hanno spinto a tenere alta la tensione e arrivare in fondo a tutto». Ma i tifosi gli hanno chiesto un ultimo regalo: «Allegri portaci l'Europa». E Allegri carica: «Rispetto a Berlino c'è un'altra convinzione, faremo una grande partita». Quella che potrebbe regalare il triplete.

Il tre che ritorna sempre in questa stagione e diventa il numero perfetto per la Signora: 3 gol al Crotone; 3 accoppiate scudetto-coppa Italia di fila; 33 scudetti. La Champions contro il Real Madrid si gioca il 3 giugno. Allegri finisce con la bomboletta spray dell'arbitro svuotata da Cuadrado sulla sua testa.

Sembra panna montata, manca solo una ciliegina. Sarebbe la terza che farebbe rima con Triplete. «Siamo andati in ordine crescente: coppa Italia, scudetto e...» dice Allegri. E la Coppa Campioni. L'ultimo passo di una Signora da leggenda per l'immortalità.

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