Il pericolo di un rinvio di Ghana-Usa è reale. Infatti saranno di scena a Natal, città flagellata dalla pioggia negli ultimi giorni ed è in stato di emergenza. Se la situazione peggiorasse il prefetto potrebbe dichiarare lo stato di calamità e di conseguenza la partita sarebbe ad alto rischio rinvio. Inoltre le previsioni meteo parlano di altre piogge in arrivo per i prossimi cinque giorni. E a Natal il 24 giugno l'Italia affronterà l'Uruguay.
Intanto oggi dovrebbe toccare a Usa e Ghana. Così lontani e così vicini. Accomunati dal ruolo di vittime sacrificali in un girone con due qualificate di diritto sulla carta, Portogallo e Germania. E così lo scontro diretto all'esordio diventa già un'ultima speranza. Sfida che ormai è un classico del Mondiale, alla terza volta di fila: hanno sempre vinto gli africani, 2-1 nel 2006, e stesso risultato negli ottavi in Sudafrica.
Il baby Ghana, è la nazionale più giovane del torneo, riparte proprio dai quarti di quell'edizione: il rigore fallito nei supplementari da Gyan contro l'Uruguay impedì di essere la prima nazionale africana a entrare tra le prime quattro di un mondiale. Ci riprovano ancora e sempre nel segno di Gyan che se dovesse segnare almeno un gol eguaglierebbe Roger Milla come miglior bomber africano. Attorno all'attaccante gli «italiani» Asamoah, Muntari, Essien e Badu e l'ex milanista Kevin Prince Boateng. A guidare il Ghana per la prima volta al Mondiale un ct ghanese. Dall'altra parte a pilotare c'è Jurgen Klinsmann con gli Stati Uniti che comunque vada il volo l'hanno già spiccato: percorreranno in aereo 16.392 km, più di tutti. Sarà per quello che il Ct tedesco si divide tra voli a bassa quota, «non abbiamo speranza», e voli pindarici, «il cielo è il nostro ultimo limite, ricordatevi la Grecia». In America scrivono che Klinsmann è un allenatore fortunato: la federcalcio non gli chiede di vincere, ma di far crescere il movimento.
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