La prima regola è evitare gli eccessi: sbagliato parlare di super-Italia con la Spagna, sbagliato pensare che l'Italia sia così brutta come quella strapazzata dalla Germania. Di sicuro Conte saprà trarre i giusti insegnamenti dal doppio test di marzo e apporterà i correttivi adeguati. Sapendo già che il materiale umano a disposizione era e resterà quello e che il gap con alcune nazionali è ancora ampio. «Non mi deprimo ma non ho sorprese dal cilindro», l'amara riflessione del ct nella pancia dell'Allianz Arena. Concetto meglio esplicitato all'Ansa il giorno dopo la serataccia di Monaco. «Ho fiducia nei miei ragazzi, so di poter contare su di loro ma dobbiamo restare tutti con i piedi per terra. Veniamo dal fallimento mondiale, i convocabili dalla A si sono dimezzati in 10 anni: su 100 giocatori in serie A solo 34 sono convocabili, la metà di quanti ne aveva Lippi. In più conoscevamo il gap dalle grandi: non possiamo essere selezione, dobbiamo essere squadra. Quando dico che i giocatori sono questi, ricordo a tutti che ho convocato i migliori possibili: alcuni li ho provati rischiando in proprio, di altri avrei voluto più tempo per provarli. Su questi devo lavorare per l'Europeo».
Difficile sperare quindi in qualche miracolo negli ultimi 44 giorni del campionato, più facile attaccarsi agli assenti di questa tornata di amichevoli. Assenti pesanti (Barzagli, Chiellini, Marchisio e Verratti), di fatto quattro titolari e tra i 16 già sicuri del biglietto per la Francia, come il Bonucci infortunatosi con la Germania (per lui nessuna lesione, riposo di tre giorni, salterà solo Juve-Empoli). Altri 17 - con Insigne e Antonelli in pole - sperano di conquistarsi una delle sette maglie rimaste o almeno uno dei posti tra le 4 riserve.Il fardello attuale sono le dieci reti subite nelle ultime 4 amichevoli, la mancanza di alternative a centrocampo, Zaza e Pellè unici attaccanti di un certo peso (appena 25 i gol realizzati in 18 partite, 12 dei quali segnati a Norvegia, Bulgaria e Azerbaigian). Ma al netto delle problematiche con le quali si è scontrato Conte (scarso serbatoio da cui attingere, scarsa collaborazione dei club, vedi l'ostracismo sugli stage e il mancato anticipo della finale di Coppa Italia), restano le cifre in deficit di 588 giorni di lavoro.
L'Italia ha vinto solo nove (due in trasferta) delle 18 partite disputate e, Albania esclusa - sconfitta solo con un gol di Okaka, elemento che non sarà tra i 23 -, non ha battuto nessuna finalista di Euro 2016. L'unica grande finita ko con gli azzurri è stata l'Olanda peggiore degli ultimi anni, assente illustre in Francia. Guardando alle principali favorite, soltanto la Spagna ha vinto appena una sfida «blasonata»; il Belgio ha sconfitto tra le big Italia e Francia; la Germania ha battuto Italia e Spagna; l'Inghilterra Germania e Francia; con i transalpini (che hanno giocato solo amichevoli) sono andati ko Olanda, Germania, Inghilterra, Spagna e Portogallo; il Portogallo ha sconfitto gli azzurri e il Belgio. E tutte le nazionali più quotate dal 4 settembre 2014 a oggi hanno vinto più partite dell'Italia (unica eccezione la Germania, fermatasi a nove come la truppa di Conte).Ultimo dato poco confortante, il ranking Fifa: se è vero che le variabili prese in considerazione rendono poco credibile la graduatoria, l'Italia ha comunque peggiorato la sua posizione.
Conte prese la Nazionale al 14° posto (dato del 14 agosto 2014, dunque cinque giorni prima della presentazione del ct leccese) nona fra le squadre europee, la ritroverà al 15° il prossimo 7 aprile superata anche dalla Turchia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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