Altro che "bimbo", Del Toro non molla la maglia rosa

Sull'altopiano di Asiago vince lo spagnolo. Verona, Roglic battuto (ma non abbattuto)

Altro che "bimbo", Del Toro non molla la maglia rosa
00:00 00:00

Sull'altopiano c'è chi va su veloce e chi pianino. Basta un assaggio di montagna per far saltare chi questo Giro era venuto per vincerlo: Primoz Roglic.

Lo sloveno non è chiaramente battuto, ma certamente abbattuto. Se non fosse per il nostro Giulio Pellizzari, qui per supportarlo in tutto e per tutto fin dall'Albania, il ritardo sarebbe certamente più pesante del minuto e mezzo perso per strada.

Lo sloveno adesso è a quattro minuti dalla maglia rosa e da domani (oggi giorno di riposo), qualcosa dovrà inventarsi, anche perché il Del Toro, fin qui ammirato, non è certo quel ragazzino imberbe e inesperto che molti vanno raccontando. Sempre reattivo e sicuro, anche ieri quando sul Grappa gli parte davanti al naso Bernal, lui gli si accoda come un Pogacar ispirato. Bernal e Carapaz lo stuzzicano? Lui risponde pan per focaccia, con la faccia di chi non si preoccupa di nulla, anzi, si diverte un sacco.

Fa tutto da solo il messicano, perché i compagni proteggono Ayuso alle sue spalle. «I tapponi inizierò a studiarli da domani. A Roma in rosa? Se sono arrivato fin qui, voglio andare fino in fondo», dice candido el Torito.

Per Antonio Tiberi la giornata non inizia nel migliore dei modi. Reduce dalla caduta di Gorizia, anche la ripartenza è dolorosa. Sul primo strappo di giornata (Cà del Poggio, ndc), il laziale perde terreno e va in affanno: deve inseguire. Basta un niente per scivolare all'indietro, per perdere l'avanguardia della corsa, ma il ragazzo della Bahrain reagisce e torna nel gruppo maglia rosa. Da quel momento, nulla da segnalare, se non che corre con attenzione e facilità: buon segno.

«È stata una giornata molto complicata spiegherà il laziale, che adesso è 7° nella generale, alle spalle di un superlativo Damiano Caruso -, ma l'importante è avere avuto la forza di reagire, di non lasciarsi andare. Mi sono fatto sorprendere, poi quando ho rimesso le cose apposto, non ho più avuto problemi».

La Lidl-Trek perde Giulio Ciccone, che si è ritirato, ma torna a vincere. Sesto successo in questo Giro. Dopo le quattro di Pedersen e la crono di Hoole, a vincere è un uomo squadra, Carlos Verona (nella foto), spagnolo di 32 anni abituato a lavorar per gli altri.

Parte a 40 chilometri dal traguardo e lo rivedono sul palco delle premiazioni, dove si gode anche l'abbraccio di moglie e figlioletta. «Io sono nato per aiutare, mi piace un sacco il mio ruolo, per questo vengo pagato, ma è molto bello anche vincere», dice lo spagnolo al suo secondo successo in carriera dopo quello al Giro del Delfinato 2022.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica