
La premessa la fa papà Ivo: «Faccio il maestro di tennis part time al mattino e al pomeriggio alleno lui al cesto. Insomma: da solo e con un papà ciccione Filippo è arrivato dove è ora». «Ma se sei dimagrito e ieri hai fatto uno scatto incredibile...» replica lui, 18enne di Alessandria, sguardo vispo e grande passione.
Tennista da sempre?
«Da quando avevo 4 anni»
Papà ha spinto?
«Tutt'altro. Però dopo scuola passavo a salutarlo al circolo. Ho iniziato e non ho più smesso».
Quanto conta la famiglia?
«Tutto. E il pezzo importante per noi è la mamma. Senza di lei saremmo in mezzo alla strada».
Come sta andando?
«Non sono entrato a Wimbledon. Però ho vinto a Firenze e ho fatto i quarti al Bonfiglio».
Djokovic, Nadal o Federer?
«Federer».
Ti ispiri a lui?
«Nasco attaccante. Poi tardavo a crescere mi sono rifugiato in difesa. Ma sto tornando a rete».
Perché nel tennis di oggi vincono i più vecchi?
«La tecnologia aiuta preparazione e racchette. Poi se sei Federer vinci anche a 38 anni»
Altri tennisti favoriti?
«In Italia Fognini. Dei Next Gen, Shapovalov e De Minaur».
Il tennis è sacrificio?
«Sì. Ma se ti piace ti abitui».
I posti più assurdi dove hai giocato?
«Armenia e Grecia. E Kenia: in altitudine, su una terra strana e con righe in gesso senza forma».
Come prendi la sconfitta?
«Dipende. Però, come si dice: o vinci o impari».
Sogni di vittoria?
«Roma naturalmente. E Wimbledon, ovvio».
Realtà?
«Entrare nei 100».
E futuro? Tra 10 anni sarai...
«Spero nei 20 del mondo. Sennò è un casino...».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.