Un pugno nei sacchi, che non è come un pugno nellacqua. Qualcosa ha pur raccolto. È stata limmagine di rabbia di un attimo. Antonietta Di Martino ha celebrato così largento mondiale, la sua terza medaglia in una gara di campionato del mondo. Ancora una volta si merita linchino, perché non finisce mai di stupire. Forsanche se stessa. «La medaglia più strana che abbia mai vinto», ha raccontato lei con sostanziosa sintesi. Strana perché divisa per tre, insieme ad Anna Chicherova, la sbadatona russa che ha buttato un oro fatto apposta per la sua bravura e alla sorprendente svedese Jungmark. Strana perché chiusa a m.1,98, una misura da Giochi del Mediterraneo. Ormai si guarda oltre i due metri. Strana perché vinta dallatleta che fino all1,95 aveva arrancato più della nostra (misure passate al primo salto), della russa e della svedese. E, in più, cè il tanto per arricchire retorica e antologica delle supermamme al potere: questa è americana, vispa e dinamica, di recente aveva saltato 2,02 e si chiama Chaunté LaTasha Howard Lowe, ha nel curriculum salti e medaglie ad anche due figlie, la prima, Jasmine, nata nel 2007, un anno prima delle Olimpiadi di Pechino (sesta) e la seconda, Aurora Elizabeth, nata nellaprile 2011, appunto un anno prima delle prossime olimpiadi. Sarà un caso? Howard Lowe ha passato al primo colpo l1,98, mentre la Di Martino ha appena sfiorato lasticella. Un nonnulla fatale: gli altri due salti lhanno messa ko. «Eravamo tutte morte dalla stanchezza, mi è mancato qualcosa nella forma », ha concluso la nostra finanziera che sembra un fuscello. Effetto di tanti contrattempi fisici. «Sono uno scheletro, peso solo 56 kg», ha infatti raccontato. «Ora mi regalerò un po di dolci e cioccolato per recuperare». Un bel doping. Oggi toccherà a Donato nel triplo, ieri la giornata italiana si è chiusa con qualche delusione (la Carabelli 60 hs, Collio nei 60 m, Chersani nellalto fuori).
Mondiali indoor, ma niente male nellaspetto tecnico. Justin Gatlin ha vinto la finale dei 60 metri con facilità (646), davanti al giamaicano Nesta Carter e allinglese Chambers. Ovvero: due ex dopati sul podio (Gatlin e Chambers).
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