Attività pokeristica in calo in aprile, rispetto ai mesi precedenti. Secondo i dati ufficiali sulla raccolta del gioco diffusi da Aams, il poker cash passa dai 755 milioni di euro a 686 milioni. In aprile potrebbero contare i lunghi ponti festivi di questanno, ma 70 milioni in meno iniziano ad essere molti. La modalità a torneo tiene invece meglio: se a marzo 2012 erano stati incassati 118 milioni, ad aprile si chiude a quota 114 che, rapportato al calo netto che si ebbe l'anno scorso tra marzo e aprile (-28 milioni), è tutto sommato un risultato accettabile.
Scendendo nel dettaglio dei primi quattro mesi, la regolamentazione delle nuove categorie dei «giochi a distanza» del luglio scorso, non si è tradotta unicamente in un aumento della spesa (+8,6% nel primo quadrimestre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, equivalenti a 22,5 milioni di euro), ma ha comportato una variazione sensibile della composizione della domanda. In particolare, i soli giochi di abilità (poker a torneo) nel primo quadrimestre del 2011 rappresentavano il 47,2% della spesa complessiva in giochi a distanza, mentre nello stesso periodo del 2012, i giochi di abilità unitamente ai nuovi giochi, sono saliti al 65,4% della spesa. Mentre i soli giochi di abilità, nel primo quadrimestre del 2012 scendono dal 47,2 al 20,9% della spesa complessiva. In altre parole, la spesa in giochi di abilità è calata di 62,5 milioni, mentre la maggiore spesa in poker cash è di 84 milioni e quella in giochi da casinò di 43 milioni. Il saldo netto per il quadrimestre, dunque, è: (84,0 + 43,0 - 62,5) = 64,5 milioni di euro.
Si tratta di 64,5 milioni in larghissima parte recuperati al circuito illegale, ovvero precedentemente spesi da giocatori residenti in Italia su siti di gioco sprovvisti di qualsiasi licenza, o autorizzati in altre giurisdizioni ma non nel nostro paese. Il consistente recupero di gioco irregolare è stato reso possibile grazie alla differenziazione del modello di imposizione fiscale sui giochi a distanza, tale da renderlo compatibile con le caratteristiche tecniche dei diversi giochi. In particolare, con il decreto legge n. 39 del 2009, è stata introdotta, per la prima volta nell'ordinamento italiano, l'imposta del 20% sulla raccolta netta (raccolta meno vincite) per i giochi «poker cash» e «casinò», mentre è rimasta invariata l'imposta del 3% sulla raccolta per i giochi di abilità.
Il payout (percentuale delle somme giocate che vengono restituite ai giocatori in vincite) dei giochi citati è molto differente: circa 88% per i giochi di abilità; 97% per poker cash e casinò. Anche in questo caso tali valori corrispondono sostanzialmente a quelli riscontrabili sui siti irregolari1. Il modello di tassazione adottato è l'unico che permette l'offerta di versioni legali di questi giochi che abbiano payout concorrenziali con quelli non regolamentati. Un diverso modello comporterebbe necessariamente l'abbassamento dei payout e, conseguentemente, una sorta di fuga dei capitali dei giocatori verso i siti non autorizzati, anche se legittimi in altre giurisdizioni.
La positiva esperienza italiana nella complessa attività di regolamentazione dei giochi on line, e in particolare l'adozione di diversi e nuovi criteri di tassazione, rappresentano un modello a cui diverse altre giurisdizioni europee si sono ispirate o si stanno ispirando, sia per quanto riguarda l'apertura dei rispettivi mercati, sia per la revisione delle regole esistenti. In realtà il payout dei siti legali in Italia è leggermente inferiore a quello dei siti non autorizzati, e la differenza ammonta proprio alla maggiore tassazione imposta in Italia, che viene ribaltata ai giocatori.
Aprile: cash in calo, bene i tornei Crollano i siti illegali
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