
Si torna a vendere almanacchi, sperando che l'anno nuovo sia diverso. Dicono che il campionato sarà equilibrato, soluzione comoda per non impegnarsi nel pronostico. Eppure c'è una squadra scudettata che si è rinforzata, eppure c'è un'altra finalista di champions league. D'accordo il Napoli ha perso Lukaku e l'Inter ha perso le vitamine a Monaco di Baviera ma a qualcosa si deve pur credere e questo torneo, che oggi incomincia, arriva nella stagione del mondiale di Infantino, dunque una specie di allenamento europeo per arrivare pronti al momento fatidico.
C'è voglia e, insieme, c'è curiosità di sapere e scoprire ma c'è il rischio di farsi fregare dalle prime battute, basterebbe ricordare il debutto del Napoli nell'ultimo campionato, sconfitta per 3 a 0 a Verona per poi andare a vincere lo scudetto. Sono gli scherzi del pallone, soprattutto quello estivo, gonfiato con l'aria compressa del mercato, del cambio di allenatori, delle riforme regolamentari.
I ritorni di Allegri e Sarri nelle ditte conosciute possono essere garanzia, il Milan accoppato spera, in questo senso, di ripetere il miracolo del Napoli, la Lazio ha la cassa bloccata ma nella capitale girà aria buona che diventerà caldissima con Gasperini e la Roma, una accoppiata sulfurea. L'Inter del dopo Inzaghi e del prima Chivu deve sciogliere dubbi psicologici relativi alla batosta europea e allo stato di salute dei suoi uomini migliori.
C'è sempre la Juventus che era un punto interrogativo, ora è come una frase con i puntini di sospensione, Tudor spera diventi un punto esclamativo, i pesi contabili hanno frenato la società e poi la costruzione della squadra, tra un paio di mesi verrà sistemato ulteriormente il cda e John Elkann deciderà il futuro.
Il resto della comitiva prevede l'Atalanta che ha rinunciato a uomini decisivi, in campo e in
panchina, la Fiorentina che resta sempre un diminutivo, il Como che titilla. Infine gli arbitri parlatori ma soltanto in campo, in fase Var. Ascolteremo frasi irresistibili, il teatro è pronto, sulla commedia vi faremo sapere.