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L'atletica corre veloce con Tortu e Ceccarelli (in attesa di Jacobs)

L'abbraccio di Molfetta, la città fatta di miele, augura buon mondiale a Budapest alla nostra atletica che si strappa felice la maglia come Filippo Tortu che sposa di nuovo con la bella velocità

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L'abbraccio di Molfetta, la città fatta di miele, augura buon mondiale a Budapest alla nostra atletica che si strappa felice la maglia come Filippo Tortu che sposa di nuovo con la bella velocità.

Dalla luce finta della prima giornata con Ceccarelli campione italiano dei 100 che finiva urlando per un crampo che aveva fatto temere il peggio, al bel tramonto di una seconda giornata che ha dato un decatleta come Naidon, figlio della Quercia Rovereto, capace di andare oltre gli 8000 punti. Prima del suo sofferto 1500 di chiusura il salto in avanti della Folorunso, italiana di nuova generazione cresciuta a Fidenza, con il nuovo primato nazionale dei 400 ostacoli che già le apparteneva. Bellissimo anche l'ottocento di Simone Barontini, campione europeo under 23, capace di correre il doppio giro in 1'4450 mentre alla pedana del peso Fabbri e Weir andavano oltre i 21 metri garantendoci un posto in finale a Budapest.

Cuore e batticuore mentre aspettavamo di vedere se la brezza del mare avrebbe ispirato Filippo Tortu, ridandoci anche buone notizie per Desalu, uomo da staffetta olimpica dorata, fermato da troppi infortuni.

Ci ha pensato il sardo di Milano, figlio di un bel velocista che ora lo allena, a toglierci ogni angoscia. Ha fatto un 200 in 2014, buttando nel cestino dei rifiuti troppe giornate dove non vedeva la stessa luce che gli aveva indicato la strada quando fu il primo italiano a correre i 100 in meno di 10, nel giorno magico della staffetta olimpica a Tokyo quando nell'ultima frazione diede alla nostra 4x100 la felicità dell'oro olimpico. Giorni duri cercando il nuovo regno sui 200 che deve essere la sua gara, un corridoio pieno di trappole dove i suoi 187 centimetri, la stessa altezza di Barontini, sembravano soffrire. Ci ha messo un po', ha ritrovato la seta nelle staffette portando il quartetto senza Jacobs verso il mondiale, poi si è incartato di nuovo, ma nella città del miele, con la spalla appena lussata per festeggiare la staffetta promossa, mettendo in squadra anche il Filippo san che ci aveva dato grandi gioie nell'indoor europea, grazie anche alla sua splendida seconda frazione, ha ritrovato gli occhi della tigre.

Discreta partenza, grande curva, bella progressione e alla fine, mandando al diavolo i tanti che avevano cominciato a dubitare, si è buttato sul traguardo e vedendo il tempo si è strappato la maglia delle Fiamme Gialle accettando con il sorriso anche la giusta ammonizione. Felicità scoprendo che al mondiale non lo lasceranno tanto facilmente fuori dalla finale, urlando al mondo che quel 2014 è soltanto una stazione di passaggio.

Un canto libero per tutta la nostra squadra di velocisti, un messaggio sincero per chi come la Battocletti, magari il saltatore in alto Sottile, adesso aspetta il biglietto per l'Ungheria.

Con il magone per l'incidente che ci ha tolto Sibilio nei 400 ostacoli, sperando che Jacobs ce la faccia, sicuri che Tamberi sarà in pedana per cercare l'oro nell'alto mondiale, unico diamante che manca nella sua corona. Loro per la pista, sognando medaglie nella marcia per Stano, Fortunato e la Palmisano tormentata da anche capricciose, convinti che Furlani abbia tutto per stare coi migliori lunghisti, che la Fantini e magari la Osakue possano essere protagoniste nel martello e nel disco, convinti che almeno 2 delle 5 staffette che porteremo a Budapest possano meritarsi il podio.

Ottimismo esagerato? Forse, ma a Molfetta sognavamo così.

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