Avrebbe insultato un suo giocatore. Ma il club lo difende e c’è chi parla di vendetta

Avrebbe insultato un suo giocatore. Ma il club lo difende e c’è chi parla di vendetta

Per Paolo Di Canio non c’è pace nemmeno in Inghilterra. Una settimana fa era stato proclamato allenatore dell’anno della League Two per il suo bel campionato con lo Swindon (promozione nella categoria superiore equivalente alla C italiana), ora è al centro di un’inchiesta della Football Association. Motivo: presunti insulti razzisti in presenza dl altri giocatori al francese Orient Jonathan Tehoue, che ha giocato in prestito alcuni mesi nel club guidato dall’allenatore romano.
Tutto è nato - secondo quanto scrive il Daily Mail - da una lettera spedita da Tehoue alla Federazione inglese. Qualcuno sospetta una vendetta del calciatore, messo fuori rosa da Di Canio già a marzo. «È una decisione tecnica, non è bravo come pensavo - aveva detto all’epoca il tecnico italiano -. È impossibile pensare che possa giocare ancora con lo Swindon, ho tanti calciatori migliori di lui che giocano e si comportano come io voglio».
Le accuse di razzismo gettano ora un’ombra anche su quell’esclusione. Il giocatore non sarebbe stato presente quando Di Canio, durante uno sfogo nello spogliatoio, avrebbe pronunciato la frase incriminata che gli sarebbe stata riferita da alcuni ex compagni pronti a testimoniare. Anche se Tehoue non è l’unico giocatore di colore nella rosa dello Swindon. L’allenatore sarà ascoltato dalla Fa nei prossimi giorni, ma intanto il club - che aveva già avviato una propria indagine interna dopo l’abbandono di Tehoue e il suo ritorno in patria - si schiera con lui. Voci ben informate parlerebbero anche di un contenzioso economico tra Tehoue e la società, che avrebbe minacciato di rendere pubblica questa presunta vicenda qualora non gli fossero stati riconosciuti alcuni «arretrati».
Il Daily Mail ha subito ricordato il precedente di Di Canio che quando vestiva la maglia della Lazio, fu multato per aver fatto il saluto romano ai tifosi biancocelesti. Secondo il tabloid inglese l’allenatore italiano in passato ha detto «sono fascista, non razzista».

La Federcalcio inglese è molto attenta sui temi del razzismo, tanto che quest’anno ha già dovuto decidere su altri due episodi: gli insulti accertati del giocatore del Liverpool Suarez contro Evra dello United (costate al Reds 8 giornate di squalifica e 40mila sterline di multa) e l’accusa di razzismo nei confronti del capitano del Chelsea Terry per gli insulti a Ferdinand del Qpr, sul quale si pronuncerà la giustizia civile in luglio, ma che ha già fatto perdere la fascia di capitano della nazionale al calciatore dei Blues e ha portato alle dimissioni di Capello dai Tre Leoni.

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