Il Bayer non fa paura La Lazio sta bene e non vuole l'Aspirina

Pioli: «Noi pronti, parleremo coi fatti». Marchetti ko Stasera playoff Champions col Leverkusen: vale 30 mln Il Milan vinse due coppe partendo dai preliminari

RomaInizia all'Olimpico l'operazione Champions della Lazio. Un playoff difficile contro i solidi ed esperti tedeschi del Bayer Leverkusen, ma che porta in dote un tesoretto da oltre 30 milioni di euro. Una somma che potrebbe regalare i rinforzi sperati, soprattutto in attacco, con i sogni Pato e Balotelli nel cassetto e un Fabio Borini che in Inghilterra spingono già da Liverpool nella Capitale, dove la punta ha vestito la maglia della Roma.

I preliminari del più importante trofeo europeo non hanno sempre sorriso alle italiane: in otto occasioni su 22 - quattro nelle ultime cinque stagioni, un anno fa esatto l'eliminazione toccò al Napoli - la missione è fallita. Con vittime illustri come il Parma dell'era Tanzi o l'Inter del 2000 fatta fuori dai quasi sconosciuti svedesi del Helsingborg. C'è poi chi ha pagato la preparazione anticipata senza arrivare al traguardo della fase a gironi con la retrocessione in B alla fine del campionato successivo (vedi Chievo e Sampdoria), ma c'è anche chi pur partendo dallo spareggio di agosto è arrivato ad alzare la Coppa dalle grandi orecchie (il Milan nel 2003 e nel 2007).

E la Lazio, finora, non ha mai «ciccato» l'appuntamento del playoff di Champions: il Copenaghen nel 2001, il Benfica nel 2003 e la Dinamo Bucarest nel 2007 gli ostacoli superati dalla truppa biancoceleste. Dopo otto anni, ecco di nuovo il gran galà con almeno 35mila presenze sugli spalti - un bel numero considerando che Roma in questo periodo dell'anno è praticamente svuotata - e anche 600 tifosi tedeschi che saranno controllati a vista per evitare atti vandalici ai monumenti simili a quelli dei supporter del Feyenoord nel febbraio scorso (prevista una Fan Zone a Villa Borghese). «Facciamo parlare i fatti, siamo pronti», il grido di battaglia di Pioli che mette nel mirino il suo primo grande obiettivo da quando guida la Lazio. Che non arriva all'appuntamento nel momento migliore dopo un precampionato deludente e il ko di Shanghai in Supercoppa.

L'anno scorso, di questi tempi, in casa biancoceleste si parlava del Bassano e della Coppa Italia. Oggi c'è l'Europa dei grandi dietro l'angolo. Sei i debuttanti, tecnico a parte: dal portiere Berisha, chiamato in causa per l'infortunio di Marchetti, al Milinkovic-Savic ultimo arrivato a Formello passando per Felipe Anderson, che vuole onorare anche in Europa la «pesante» maglia numero dieci scelta in questa stagione. Curiosa la storia di Marchetti, per il quale la Champions sembra un tabù. Prima di approdare alla Lazio, infatti, nel 2010, espresse pubblicamente l'apprezzamento per la Sampdoria impegnata nei preliminari: il Cagliari, soprattutto Cellino, si infuriò e lasciò il giocatore ai margini della squadra fino alla cessione ai biancocelesti del 2011. Stavolta l'ha fermato una frattura alle ultime due costole.

«Andiamo a giocarci una competizione che tutti i bambini sognano. E noi dobbiamo essere così, come i bambini, avere l'adrenalina di quando si fanno le cose belle», dice Marco Parolo, un altro dei debuttanti al gran ballo della Champions. Proprio il centrocampista rivela che Klose «ci ha detto tutti i segreti del Bayer Leverkusen, conosce la mentalità del gioco tedesco, è il nostro mister in campo».

Assente anche Djordjevic, il panzer - come il Biglia «chiacchieratissimo» nel calciomercato - è uno dei calciatori più attesi: ha accumulato 2740 minuti nella fase finale della Champions. Sarà lui l'antidoto alle «aspirine» teutoniche?

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