È solo un pari nel silenzio. Ma fa felice la bella Italia

Azzurri più forti delle beffe nello stadio vuoto tra svastiche, rigori, gol annullati e furbizie croate

È solo un pari nel silenzio. Ma fa felice la bella Italia

La Croazia era l'avversario peggiore nel periodo peggiore, ovvero un finale di stagione intenso per molti degli azzurri in campo. Giusto allora prendersi un pareggio meritato, strappato con i denti ma anche con sprazzi di bel gioco e qualche recriminazione (vedi il gol ingiustamente annullato a El Shaarawy). Restiamo secondi nel girone ma per quello che si è visto nel silenzio del Poljud di Spalato, gli azzurri hanno sicuramente ridotto le distanze dall'avversario, ripensando anche alla sfida di andata a San Siro. Insomma una prestazione convincente, di personalità e coraggio, e l'essere usciti indenni dalla pericolosa trasferta croata fa bene anche al nostro ranking nella rincorsa a un posto fra le teste di serie di Euro 2016 e per il sorteggio dei gruppi di qualificazione mondiale.

Sarà per l'assenza di Modric, il perno del gioco croato, e forse per la presenza di Pirlo, sta di fatto che i biancorossi non riescono a esercitare il consueto possesso palla. Conte riparte dal 4-3-3 che permise nella sfida di Milano di raddrizzare l'esito del match. A tratti il modulo tattico proposto dal nostro ct ci consente azioni di alleggerimento anche pericolose, a tratti però ci espone a qualche ripartenza di troppo. Ma alla fine considerando il tridente inedito, gli infortuni precedenti al match e maturati durante la sfida di Spalato, l'inevitabile calo fisico degli ultimi minuti e un arbitraggio non favorevole, non si poteva pretendere di più dalla truppa di Conte.

Non ci sono tifosi croati nè italiani sugli spalti, ma sull'erba dello stadio appare un'orrenda svastica che un addetto cerca di far sparire con un po' di sabbia (l'Uefa è pronta ad aprire un'inchiesta sulla vicenda, visto che si giocava a porte chiuse). La partenza ad handicap degli azzurri rischia di indirizzare però la sfida giocata nel silenzio del Poljud di Spalato: il rigore provocato maldestramente da Astori su Srna ma parato da Buffon a Mandzukic, lo svarione del guardalinee Mullarkey che fa annullare il gol regolare di El Shaarawy, il contropiede poco sportivo dei biancorossi (mentre gli azzurri, forse un po' ingenui, ancora protestano per il torto subìto) con la rete dello stesso Mandzukic. «Una doppia beffa», dirà Conte alla fine.

Incassato il gol, l'Italia si riassesta in campo, subisce meno ripartenze dei croati e anzi si fa vedere più spesso dalle parti di Subasic. Buffon resta in campo stoicamente nonostante un taglio al ginocchio, De Silvestri va k.o. in un contrasto con l'interista Kovacic (si sospetta una distorsione al ginocchio destro). L'ingresso di De Sciglio regala maggiore intraprendenza agli azzurri, ma se El Shaarawy sbaglia un rigore in movimento dopo una bella azione in velocità di Marchisio e Pellè, Candreva non spreca il penalty concesso da Mandzukic (fallo di mano in area evidente quanto inutile) e lo trasforma con un cucchiaio. Pellè poi spara su Subasic il pallone del possibile 2-1.

Nella ripresa partita meno intensa e più possesso per i croati, mai però seriamente pericolosi dalle parti di Sirigu, mentre l'intraprendenza di Candreva crea grattacapi alla difesa di casa.

Finale di sofferenza, con Conte che torna all'antico (difesa a tre) e l'Italia che porta a casa un pareggio prezioso - alla fine starà bene anche ai nostri avversari - considerando anche il sorprendente 0-0 della Norvegia con l'Azerbaijan che preserva il nostro cammino verso Francia 2016.

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