
È durata 1071 giorni l'avventura del Monza in A, categoria mai raggiunta in 110 anni di storia. Il 28 settembre 2018, a 24 ore dal suo 82esimo compleanno, Silvio Berlusconi si regala il club con Adriano Galliani, dirigente con cui al Milan ha vinto 31 trofei. L'8 maggio 2019 perde nel recupero la Coppa Italia di C a Viterbo, ma la scalata è solo rimandata: al primo anno di B dice addio alla doppia promozione ai playoff, ma è già il Monza delle stelle: Boateng e Balotelli, acquistato il giorno del compleanno del presidente Paolo Berlusconi. In fondo, l'avventura in Brianza era iniziata con lo slogan «Sarà romantico» e le ricorrenze hanno un valore: l'8 ottobre '22 il centro sportivo Monzello è intitolato a Luigi, che di Silvio e Paolo era il padre. In quella stessa data, nel 1955, la tv scoprì il calcio con un Monza-Verona di Serie B. Il secondo anno di B è quello buono e si passa dalla finale playoff con il Pisa: «Ho visto Berlusconi così felice solo nel 4-0 alla Steaua», prima Coppa Campioni al Milan, dirà Galliani quando si sarà fatta la storia. Una volta in A, Stroppa salta subito, la panchina va al debuttante Palladino: «Un predestinato», le parole dell'ad. La matricola sfiora la qualificazione in Conference, Berlusconi apre a nuovi investitori e si parla di Red Bull e fondi arabi.
Ma quando Berlusconi muore, la favola finisce: ci si addentra in un bosco di incertezze, i big (Palladino, Di Gregorio, Carlos Augusto, Colpani) se ne vanno.
Arriva Nesta (con parentesi Bocchetti) e il mercato di gennaio smembra quel che resta del sogno salvezza. Si parla di altri acquirenti (Orienta, Gamco). Nesta conferma: dopo la morte di Berlusconi, non è più stato lo stesso. Il Monza di Silvio sognava la Champions League, oggi si risveglia in B. Ei fu.
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