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"Bici inutilizzabili, sono F1. Costretti ad abbandonarle"

Il papà dei bolidi rubati agli azzurri e ritrovati ieri ne svela i costosi segreti e spiega l'epilogo

"Bici inutilizzabili, sono F1. Costretti ad abbandonarle"

«Come se avessero rubato una Ferrari F1 2021: sarebbe stato il colpo del secolo, ne avrebbe parlato il mondo intero, ma non sarebbero di certo potuti andare in giro. Tutt'al più potevano provarla in gran segreto su una pista privata. E lì finiva».

Fausto Pinarello, 59 anni, socio fondatore dell'azienda che porta il suo nome e presidente del Consiglio di Amministrazione al quale è stato affidato anche il ruolo di «Brand Guardian» e le relazioni con il «mondo corsa», tira un lungo sospiro di sollievo, dopo aver vissuto una settimana di grande sconforto, per quel furto «affettivo» che aveva toccato i suoi 12 Bolidi HR Pista dal valore di quasi 30mila euro ciascuno e ritrovati proprio ieri in Romania dalla polizia locale. «È probabile che pensassero che in quel furgoncino Daily della Iveco ci fossero delle biciclette da corsa di serie. Speciali, ma facilmente smerciabili. Invece hanno portato via sì dieci bici da corsa, ma purtroppo anche 12 che erano e sono davvero delle fuoriserie, dei gioielli, dei pezzi unici modellati sui corpi dei nostri fantastici ragazzi del quartetto, oro nell'inseguimento a Tokyo e campioni del mondo qualche giorno fa a Roubaix».

Un furto che ha fatto parlare il mondo del ciclismo e non solo, soprattutto perché ci si è trovati di fronte a biciclette iconiche, diventate oggetto di culto e studio. Perché è vero che se non si ha gente come Filippo Ganna, Liam Bertazzo, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan non si va da nessuna parte, ma a certi livelli, sono davvero i dettagli a fare la differenza. E non è un caso che a Tokyo, l'oro contro la Danimarca sia arrivato al termine di una corsa tiratissima per soli 166 millesimi (3'42''032 contro il 3'42''198 dei danesi, ndr). «Ho usato il paragone del furto di una Ferrari da F1 proprio perché sono biciclette che non si possono usare su strada, ma solo e soltanto su pista e anche perché ciclisticamente parlando sono appunto delle F1, frutto di anni di lavoro - ci spiega sempre Fausto Pinarello -. La prima fu pensata, sviluppata nel 2014 e utilizzata il 7 giugno dell'anno seguente da Bradley Wiggins che al Lee Valley VeloPark di Londra stabilì il record dell'ora pedalando per 54 km e 526 metri. Da lì in poi abbiamo proseguito nello studio dei materiali in galleria del vento, per rendere questa bicicletta sempre più performante. Le caratteristiche? Il telaio in carbonio pesa 1,100 kg e ha un valore di 12mila euro. La bici completa pesa 7,2 Kg. Solo il colore oro che abbiamo utilizzato per celebrare il trionfo di Tokyo vale più di 2mila euro. Il manubrio fatto in 3D, nasce dalla scannerizzazione della posizione dell'atleta e viene poi sinterizzato con polvere di titanio: da solo vale 9mila euro. La sella in carbonio 300 euro, la coppia di ruote 6mila euro, alla fine ogni bicicletta costa quasi 30mila euro».

Non si dava pace nemmeno il Ct del miracolo italiano Marco Villa. «Ero contento di avere un parco bici per soddisfare juniores, under 23, élite. Abbiamo rischiato di avere 12 Bolidi in meno, l'equivalente di tre quartetti senza biciclette.

Ora la notizia del ritrovamento è come aver rivinto un oro olimpico!».

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