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Il blog Lacrime di Borghetti ospita Buba, il racconto di Roberto Bolaño

A dieci anni dalla prematura scomparsa, il cileno Roberto Bolaño rivive sul blog Lacrime di Borghetti che dal 5 agosto propone il racconto Buba

Il blog Lacrime di Borghetti ospita Buba, il racconto di Roberto Bolaño

Un compleanno molto particolare. I primi cinquecento post. Lacrime di Borghetti, il blog di calcio per tutti e per nessuno, ha scelto di festeggiare il traguardo raggiunto con un'iniziativa esclusiva. Dal 5 agosto ospita Buba, un racconto (purtroppo "dimenticato") scritto da uno dei più grandi autori della seconda metà del Novecento: il cileno Roberto Bolaño.

L’autore di 2666, di cui ricorrono i dieci anni dalla prematura scomparsa, è stato uno dei fondatori del movimento poetico d'avanguardia infrarealista (Dada), che si opponeva radicalmente ai poteri dominanti nella poesia e all'establishment letterario messicano. Il racconto Buba è una storia di amicizia, riti vodoo, magia e pallone, ambientata nello spogliatoio del Barcellona. È tratto dalla raccolta Puttane assassine, pubblicato in Spagna da Anagrama e in Italia da Sellerio (che ha gentilmente messo a disposizione l’eccellente traduzione di Maria Nicola) e che Lacrime di Borghetti, laboratorio di scrittura calcistica di qualità, ha deciso di condividere con i propri lettori.

Una "perla" che pochi appassionati di fùtbol conoscono pur trattandosi di uno degli esperimenti più riusciti di narrativa calcistica. "E questo è quello che ho fatto nel mio primo club europeo - scrive l'autore - sono andato a puttane e così ho superato l'infortunio, il periodo di convalescenza, la solitudine. Se mi sono abituato? Forse sì, forse no, non sono nessuno per esprimere un giudizio così definitivo". La pubblicazione di Buba, che avviene di concerto con gli eredi dello scrittore e con l’agenzia Andrew Wylie, che lo rappresenta, è solo la prima incursione di Lacrime di Borghetti nel mondo della letteratura calcistica. Seguiranno altri autori e altre storie, altri libri e altre squadre.

Perché il calcio è bello anche da leggere.

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