L'accoglienza è stata da re, lo stipendio strappato da primo della classe, il ruolo dichiarato quello di capitano e nuovo leader del team. Leonardo Bonucci, vestito scuro, camicia bianca, è entrato ufficialmente ieri, dopo pranzo, nel mondo Milan all'improvviso e ne è stato travolto. Travolto dall'entusiasmo dei tifosi che l'hanno atteso dinanzi al parallelepipedo della sede, stringendo d'assedio la berlina che da Torino lo aveva portato nella nuova residenza calcistica. Simbolico l'abbraccio con Marco Fassone, l'ad rossonero rimasto a Milano per definire i contratti con la Juve e con la Lazio (per Biglia arrivato nella serata di ieri): è stato il vero battesimo in rossonero poi plasticamente completato con l'attraversamento del museo dove Bonucci, non a caso, si è soffermato dinanzi alla teca che custodisce la maglia col numero 6 di Franco Baresi. «Chissà quanto pesa» ha sussurrato sotto voce. Con quale sentimento abbia ammirato le 7 Champions league che danno luce alla sala dei trofei, di solito il passaggio che incute timore ai visitatori, è facile da indovinare. Lui ha scelto il suo numero di sempre, la maglia numero 19, l'identità da trasferire al nuovo gruppo al quale si unirà da oggi, dopo aver completato l'iter, i test di milan-lab e le visite mediche canoniche. Poi, col consenso della Juve, comincerà la preparazione e Milanello e tra lunedì e martedì volerà in Cina per unirsi alla squadra e conoscere il presidente.
È stato proprio Vincenzo Montella l'involontario protagonista della trattativa clamorosa che ha sconvolto le cronache del calcio-mercato e reso il Milan di un'altra dimensione tecnica. Già perché Leo non ha fatto una scelta dettata dal dio denaro come ha scritto sul web la sorella di Chiellini. C'è stato dell'altro, molto altro, una storia ormai nota di incomprensioni, litigi e rotture umane prima che professionali tra lui e il tecnico Max Allegri. Quando la Juve, tre giorni dopo Cardiff, ha convocato il tecnico livornese e gli ha rinnovato il contratto, Bonucci ha cominciato la lunga attraversata del deserto bianconero. Leo ha sperato, durante le vacanze, che gli arrivasse una qualche proposta dall'estero per tagliare il cordone ombelicale con il tifo senza traumi. Gli insulti che da ieri l'hanno inseguito durante il trasferimento da Torino alla Milano rossonera non l'hanno sorpreso, perciò. In assenza di una chiamata dall'Europa, a poche ore dall'inizio del ritiro, ha chiamato il suo agente e gli ha parlato a cuore aperto. «Non me la sento di ritornare a lavorare con Allegri» la confessione. A quel punto è scattata la scintilla. Lucci ne ha parlato informalmente con Montella, altro suo assistito, e il tecnico ha girato la segnalazione a Mirabelli che si è messo subito al lavoro per trovare la quadra dell'operazione. A fari spenti, grazie al fatto che con lo stesso procuratore c'era da definire il prestito di Bertolacci al Genoa.
Le cifre dell'affare non sono da capogiro, anzi hanno moltiplicato i rimpianti e i rimorsi della concorrenza (interista in particolare). Milan e Juventus, per il cartellino, hanno concordato il valore di 40 milioni di euro più due di bonus.
Al difensore è stato riconosciuto uno stipendio fino al 2022 da 6,5 milioni netti l'anno più 500 mila di bonus e lo sfruttamento dei diritti d'immagine che nel suo caso sono valutabili intorno a 1 milione di euro (da dividere in due, tra club e calciatore). Di fatto Bonucci è diventato il più pagato del Milan cinese, superando l'asticella che era stata scavalcata da Gigio Donnarumma col recentissimo rinnovo contrattuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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