Al Bar Sport si è soliti dire che «il calcio è un grande business» dove «contano solo i soldi». Con più fatica, invece, si è disposti ad ammettere che il football può essere anche solidarietà e condivisione del dolore. Lo abbiamo visto in questo anno maledetto con le lacrime versate non solo per le morti causate dal Covid, ma anche per l'addio a campioni del nostro immaginario come Maradona, Rossi, Anastasi, Prati e Corso. Mauro Bellugi ha rischiato di entrare in questa squadra di calciatori a cui il destino ha sbattuto in faccia il cartellino rosso, espellendoli crudelmente dal campo di gioco della vita. Ma, nel caso di Bellugi, il coraggio del guerriero lo ha salvato, e Mauro ha trovato perfino la forza di scherzare sulle gambe che i medici sono stati costretti ad amputargli.
Ivano Bordon, suo vecchio compagno di avventure interiste, ha scritto poche righe scegliendo di affidarle al Giornale; sono parole semplici che hanno il sapore antico dell'amicizia immutabile, merce rara (ma non introvabile) in quel mondo del calcio che i cinici del Bar Sport continuano a definire «dominato solo dai soldi». Ma la lettera di Ivano a Mauro è qui a dimostrare che hanno torto. E non sarebbe male se qualcuno lasciasse il foglio di Bordon sul tavolo, appiccicoso di malevolenze, del Bar Sport.
«Carissimo Mauro» si legge, «ho pensato di scriverti questa lettera perché stai attraversando un periodo difficile. So che sei un guerriero e affronti con grinta e positività questa situazione. Mi ricordo l'anno vissuto in casa insieme a Trezzano sul Naviglio quando mi allietavi con la tua chitarra fino a tardi e poi al mattino andavamo ad Appiano Gentile e una volta essendo in ritardo trovammo il mister Heriberto Herrera pronto a darci una bella multa che poi Ileana, la nostra cara segretaria dell'Inter, con grande diplomazia, ci fece togliere.
Quindi carissimo amico mio conoscendoti bene sono sicuro che, certo con difficoltà, supererai ciò che ti è capitato con la tua grande volontà e con il tuo spirito indomito. Sempre vicino a te con grandissimo affetto. Ci vedremo presto.Un abbraccio dal tuo Ivano Bordon».
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