P er ben due anni, il quadro tecnico della Formula 1 ci ha abituati alla scuola-Newey dell'ultima posizione nella graduatoria delle velocità di punta, contrapposta ai migliori tempi sul giro. Adesso che il maestro ha compiuto una svolta, limitatamente al piglio rapido della pista di Francorchamps (si ripeterà a Monza?) e che a fare da fanalino di coda è passata la British-Mercedes, sempre votata alla brillantezza da speed-trap, ecco che è giunta la pioggia a lavar via inesorabilmente questo interessantissimo tema. Pur lasciando uno spiraglio per la gara, meteo permettendo, e preparando un grande interrogativo per il Gp d'Italia. Quindi, la valutazione più importante da compiere riguarda le velocità massime registrate nelle prove del venerdì e del sabato mattina, rispettivamente, su terreno asciutto:
Rbr306,6-305,7 km/h
McLaren 295,5-299,4 km/h
Ferrari 298,6-298,1 km/h
Lotus 293,7-297,- km/h
Mercedes 289,3-295,7 km/h
Cosa significa? Semplicemente che, dopo tante conquiste della Rbr con un carico aerodinamico da primato, pienamente sfruttato con i maggiori sforzi di trazione (a pari potenza, questi crescono al diminuire della velocità), adesso che anche i contendenti più diretti si sono allineati, è venuto il momento di accentuare l'efficienza aerodinamica, quale rapporto tra deportanza e resistenza. Quindi, a parità di velocità di percorrenza delle curve, bisogna risfoderare l'arma decisiva della minore resistenza all'avanzamento. E, credete, superare la Mercedes d'Inghilterra, già di qualche cavallo più potente, addirittura di 10 km/h in rettifilo è un gran colpo. Perché tutti sanno che a Francorchamps si sta in pieno dall'Eau Rouge a Les Combes, per una ventina di secondi, e che sul rettilineo di Kemmel si posson fare sorpassi storici, come quello memorabile di Hakkinen.
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