Ciclismo

C'è Italia sul Monte Bianco: Ciccone veste i "pois"

All'azzurro la maglia di miglior scalatore, ora insegue l'altro obiettivo di vincere una tappa

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Cosa dice il Monte Bianco? Che la maglia gialla è sempre sulle spalle del danese Jonas Vingegaard, che Tadej Pogacar è sempre in bianco, visto che veste la maglia di miglior giovane, ma in bianco ci va anche, perché questa volta i suoi Emirates gli apparecchiano la tavola, ma lui non ha l'energia per attaccare e staccare il re pescatore.

Sia ben chiaro, lo sloveno ci prova anche, ma è proprio un allungo dimostrativo che va fatto perché tutti se lo aspettano ma se lo aspetta pure la maglia gialla, che non fa un plissé e sul traguardo accenna anche la volatina come a dire: guarda che sono qua, siamo pari, ma tu sei sempre dietro di dieci secondi.

Il Monte Bianco (in una tappa iniziata con la maxi caduta provocata da un tifoso per farsi un selfie) dice anche qualcosa in italiano, poca cosa, ma di questi tempi è meglio di niente: maglia a pois di miglior scalatore del Tour sulle spalle di Giulio Ciccone, che qui era venuto con due chiari obiettivi: tappa e maglia degli scalatori. Con la maglia, per adesso, ci siamo.

Anche il terzo e ultimo tappone alpino finisce in parità, ma il Monte Bianco finisce ad un veterano del gruppo, al 36enne olandese Wout Poels, che si scrolla di dosso l'altro Wout Van Aert e va a vincere in solitaria la sua prima tappa al Tour, dopo aver vinto nel 2016 una Liegi.

Ma il vero motivo di questo Tour è la sfida spaziale tra i due marziani, tra questi due fuoriclasse del pedale che fin qui si equivalgono. Così separati da soli 10 vanno al riposo (oggi), convinti che c'è anche domani, giorno della ripresa delle ostilità, con la temutissima crono all'insù che nell'83 elevò Hinault al mondo (Sallanches, ndr), e il giorno seguente la tappa più cattiva, quella che arriverà a Courchevel e che ci riporterà con la memoria all'ultimo strepitoso quanto struggente volo di Marco Pantani. Una vittoria lontana, che appare ancor più distante dal basso di un digiuno di vittorie al Tour che si dilata e si fa record: ora sono 79 le tappe senza vittorie.

È chiaro che ci manca enormemente Marco Pantani, ça va sans dire, ma anche un Vincenzo Nibali ci farebbe molto comodo. Guarda caso il siciliano non solo è stato l'ultimo capace di vincere di tutto e di più, ad incominciare dal Tour, ma suo è stato anche l'ultimo hurrà italiano sulle strade di Francia.

Non è un caso.

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