C'è Juve-Napoli. Prime in tutto alla resa dei conti

Scontro in vetta. Le assenze bianconere tappano le boccacce e offrono alibi. Gli azzurri cercano conferme e rivincite ma rischiano di più

C'è Juve-Napoli. Prime in tutto alla resa dei conti

Sono prime in tutto. Anche nel farci capir niente o, peggio, nel mandare fumo agli occhi. Qui si passa dal: «Vale uno scudetto». Al più pragmatico e furbo (non a caso lo ha detto Mazzarri): «Comunque vada non cambia nulla». Cosa augurarsi? «Comunque vada sarà un successo». Detto con stile chiambrettiano che non piacerà alla Juve, ma rischia di far del male al Napoli. Juve-Napoli non torna ad essere la classica di un tempo, perchè non è mai stata una classica. Altra storia, altro pathos, altri argomenti quando si incrociano Juve e Inter o Juve e Milan. Inguaribili romantici potranno infilare nell'elenco delle classiche perfino Juve-Roma. Ma oggi Juve-Napoli può essere una classica del divertimento. Sono le squadre che hanno segnato più gol e quelle che ne hanno subiti meno, quelle che hanno vinto più partite (sei a testa) e le uniche ancora imbattute. Comunque vada stasera, nulla sarà deciso, precluso, svanito. Dunque possono giocarsela con un pizzico di civetteria autoreferenziale: siamo le più belle del reame. E con una manciata di sale da lasciar correre su recenti, e malinconiche, sgarberie e spargere sulla sfida che viaggia con i nervi sottopelle. Ce n'è per tutti i gusti.

Non ci sarà guapperia calcistica, ma giocatori tosti e con quel briciolo di classe che non guasta. Cavani e Pirlo hanno la seta dei campioni, gli altri fanno cornice più che tappezzeria. Per tutti la parola al centrocampo. Mancheranno Vucinic e Buffon, e questo è un tappo alle boccucce-boccacce malevole. In campionato l'assenza contemporanea è una novità. Il tasso della qualità bianconera perderà quel tanto che costringerà tutti a stringersi intorno al centrocampo, a rullare a pieni giri senza pensare a stanchezza e futuro.
Sembra un paradosso, ma l'assenza del portierone e dell'attaccante avvantaggerà mentalmente la Juve: un minimo alibi in caso di debacle, una ragione in più per godersi un buon risultato. Peggio per il Napoli che stasera peserà il suo potere, valuterà la sua forza e dovrà guardarsi allo specchio se tutto non filerà liscio. Non è la Juve costretta a vincere, piuttosto il Napoli. Non è la Juve che cerca una conferma, piuttosto il Napoli.

Napoli ricorda agli juventini tante storie di processi e malcostume. Ma per novanta minuti nessuno tornerà ai vecchi tormenti e ai peggiori lamenti. Magari se le daranno in campo, ma per altra ragione. La Juve è inseguita dai suoi fantasmi e dalle storie baresi, e baranti, che lambiscono il suo allenatore. Il Napoli è inseguito dai ricordi e dalla voglia di sognare senza dover sempre accendere un cero al ricordo di San Diego. Entrambe le squadre giocano per piacere, ma senza cadere nelle illusioni dei fessi e o degli zemaniani. Riflettono senso del lavoro dell'Agnellino e senso dello spettacolo, meglio dei fuochi d'artificio, di De Laurentiis Oggi sono le formazioni che valgono di più sul mercato italiano, gli allenatori sono il primo (Conte) e il secondo nella hit parade dei meglio pagati. Pirlo il più rivalutato dell'ultimo anno, Cavani il più pagato. Nel gioco esprimono personalità. Tignosa quella bianconera: stile Conte. Effervescente quella napoletana, forse non così all'altezza della presuntuosa autostima di Mazzarri che anche ieri non si è tirato indietro. Leggete per capire: «Da tre anni il gioco del Napoli è considerato uno dei migliori, non solo in Italia ma in tutta l'Europa». Che poi abbia vinto solo una coppetta nostrana è particolare di secondo ordine. Evidentemente.

Invece il campionato dice che entrambe sono maturate, hanno consacrato alcuni giocatori-speranza, si sono fatte forti dentro: difficile metterle a cuccia. Non smettono mai di mordere. La concretezza degli juventini è stata alimentata positivamente dal silenzio pubblico del suo allenatore. L'energia napoletana dalle sceneggiate non sempre comprensibili dei suoi dirigenti.

Juve-Napoli è anche questo: strappo fra sacro e dissacrante, fra chi parla troppo e chi parla col silenzio, fra chi non conosce le regole del fair play (vedi Napoli e poi...Pechino) e chi ha dovuto ripassarle. Pari in tutto. Fino a stasera. Ed ora chiaritevi su tutto.

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