Torino - Meglio le nebbie di Torino che il mare di Napoli. Per una volta Marchisio dovrà convenirne, lui che invidia il mare e il sole ai napoletani. Il calcio è un affar strano e può smentire qualunque detto comune. Ma stavolta è stato onesto: la Juve ha giocato. Malaccio ma ha giocato. E oggi è prima, più prima di prima non solo perché è sola in classifica, ma per manifesta inferiorità degli avversari. Il Napoli è rimasto impietrito, con la paura di osare, ha giocato in difesa senza conoscere diversa soluzione. Così impotente da tirare in porta una volta soltanto. Il catenaccio era un'altra cosa. Detto per i fenomeni che ne parlano sempre al negativo. Il catenaccio era qualcosa che costringeva l'avversario ad attaccarti. Era perfino una spavalderia calcistica.
Qui il Napoli ha attuato la difesa della paura. È sempre stato a mezza via tra l'essere e il non essere, tra il provarci e il non provarci. Senza idee e forse senza forze. Aveva ragione De Laurentiis a cercare l'alibi, innescando polemiche da gentiluomo della foresta. Serviva alla sua squadra e ieri lo Juventus stadium gli ha restituito tutto e con gli interessi. Lui se ne stava in America davanti alla Tv, la gente delle tribune gli ha rifilato coretti non proprio educati. La Juve ci ha provato, ha faticato, ci ha creduto finché due panchinari non le hanno risollevato animo, classifica e partita.
Napoli torna a cuccia, la sintesi bianconera è tutta qui. Non ce n'è per nessuno, la sintesi del campionato si riassume così. In campo giocava un Matador spento però dal Dna riconosciuto: ha provato a mettere paura alla Juve calciando una palla con piedino maradoniano dopo 26 minuti del primo tempo, ma alla fine il matador è stato il brutto anatroccolo uruguaiano. Il gran codino Caceres, uno dalle spalle quadre da mettere paura, è sbucato in area con la foga di un centravanti e la testa svettante, devastante qaunto un'incudine. Un gol che vale il buon ricordo, il primo quest'anno. Il destino ci ha messo il sorriso. Caceres era entrato in campo da tre minuti, ha spaiato le carte che ormai sembravano senza assi. Il tipo dev'essere un predestinato, conosce l'elisir per segnare alle grandi squadre, ci mette la firma quando conta: due gol al Milan in coppa Italia in febbraio appena tornato in bianconero, uno all'Inter e uno alla Lazio per mettere a posto i conti del campionato scorso. Un curriculum da mettere paura alle squadre che vogliano evitare il solletico alla Juve.
Aperto lo squarcio, la Juve ha fatto diluviare sul Napoli il magnifico calcio di Paul Pogba, un altro uomo della panchina, un altro prodotto con l'etichetta di successo. Quel calcio da fuori area è stata una pennellata calcistica, come solo i grandi piedi sanno regalare. In due minuti la Juve ha chiuso la partita e migliorato tutti i suoi numeri: settimo successo, 47 giornate senza perdere, con un bilancio di 30 vittorie, miglior attacco e miglior difesa del campionato. Il Napoli aveva subito solo tre gol, ne ha intascati due in un colpo solo. La Juve ha portato a 13, numero portafortuna, i suoi goleador, ma soprattutto ha dimostrato che non puoi batterla sperando nello spirito santo. Storari ha tentato l'unica parata al minuto 89. Prima c'era stato solo il calcio sul palo di Cavani. De Sanctis aveva messo mano quattro volte per evitare problemi: che tirasse Giovinco nei primi minuti o ci provasse Pirlo con le sue punizioni maliziose.
La Juve si è adeguata ad una partita da sonnifero nel primo tempo: senza colpi di calcio spettacolare, nel segno di un pigia pigia a centrocampo e di qualche birichinata difensiva. Deludente e preoccupante per il livello del nostro campionato il giocare degli attacchi: spuntato quello juventino, impalpabile quello napoletano che pur aveva in campo il meglio della compagnia.
Ma ieri doveva esser giornata nera per il Napoli e i suoi napoletani. Forse troppo tesa e sono volate denunce: un magazziniere ha cercato di raggiungere il campo di gioco durante il primo tempo, uno steward ha cercato di impedirglielo e si è beccato uno ceffone.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.