Questa frase è un ritornello di molti protagonisti del nostro calcio: «I tifosi pagano il biglietto, hanno tutto il diritto di contestare». Tutto nella norma, almeno fino a quando ci si ferma a cori e fischi. Da qualche tempo però i supporter stanno passando alle vie di fatto: aggredire i calciatori. Una pratica purtroppo ben conosciuta nel feroce calcio sudamericano (il colombiano Andres Escobar fu addirittura ucciso per un autogol con la sua Nazionale ai Mondiali 1994) e purtroppo anche nel calcio minore italiano, con ripetuti episodi di aggressione.
L' escalation di violenza sta crescendo di anno in anno e sta arrivando anche al grande football. Nel 2008 fu il difensore francese della Roma Mexes a essere aggredito da due banditi che gli rapinarono l'auto con la figlia di due anni a bordo. Il grave episodio fu catalogato come un atto di delinquenti verso un danaroso abitante del quartiere residenziale di Casalpalocco pieno di ville lussuose. Ora invece si passa alla violenza solo e soprattutto per i risultati sul campo, vanno spiegati così gli ultimi tre episodi eclatanti. Il primo a Cagliari nell'aprile scorso: una trentina di ultras fecero un vero e proprio blitz nel centro sportivo di Assemini, dove la squadra sarda era in ritiro prima della sfida con il Napoli. Minacce e schiaffi a due o tre giocatori accusati di scarso rendimento, con Zeman che parlò di «calciatori scioccati» e magari scappò dall'isola anche per quell'episodio. Ieri per 10 di quegli ultras, tutti appartenenti al tifo più caldo della curva Nord sarda, sono scattati i Daspo di 8 anni (per qualcuno era già in atto) e le denunce per violenza privata.
E anche un gol nel derby può costare caro: ne sa qualcosa il francese della Roma Yanga-Mbiwa, aggredito all'alba da pseudo tifosi laziali mentre usciva da un importante locale del centro. L'ultimo episodio nella notte di domenica a Napoli, con i tifosi azzurri «feriti» dalla mancata conquista della Champions: la vile aggressione a colpi di spranga di una quindicina di delinquenti alle auto di Higuain e Andujar con i calciatori all'interno.
In passato ci si era «limitati» (si fa per dire) ai furti dei Rolex, con la camorra nel mirino delle indagini: dal 2011 Cavani, Hamsik, Lavezzi, Aronica e Behrami erano stati vittima delle «spedizioni punitive». Non si può rischiare la vita per un rigore sbagliato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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