Calciopoli, i designatori la pagano cara: 4 milioniil commento 2

di Claudio De Carli
D a qualunque parte lo si guardi, un milione è un milione, anche per chi all'epoca dei fatti incassava 250mila euro annui come il designatore arbitrale Paolo Bergamo. La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio lo ha condannato per danno d'immagine, assieme a colleghi e sottoposti, per lo scandalo Calciopoli. Insomma deve pagare, lui più degli altri, ma anche gli altri, in tutto fanno 3,970 milioni precisi. E allora siamo andati a cercare quando la sentenza è stata emessa perché la curiosità non ha prezzo, scoprendo che la richiesta iniziale, datata 8 novembre 2006, ammontava a 120 milioni. Insomma sei anni dopo è arrivato uno sconto del 96 per cento sul prezzo iniziale, fanno 116 milioni e 20 mila euro, e anche questi, da qualunque parti li guardi, son soldi. Nel tentativo di non perderci nel ginepraio di multe e tariffari si è capito che l'entità dell'ammenda è legata allo stipendio che percepiva il reo all'epoca, stabilendo poi che al maggior responsabile non si potesse chiedere una cifra superiore al milione. Mentre in battuta era di otto a testa per 15 condannati. La più pesante è per Bergamo, poi 800mila per il compagno Pierluigi Pairetto, mezzo milione per Tullio Lanese e Massimo De Sanctis, 100.000 per Salvatore Racalbuto, fino ai 10.000 euro per Claudio Puglisi e Fabrizio Babini, due guardalinee, in tutto 14. Sebbene si tratti solo di una prima sentenza alla quale gli interessati potranno ricorrere. E chissà fino a quale grado e a quale altra corte, magari europea. Comunque passeranno almeno due anni prima di una sentenza definitiva, per un totale di 8, un lasso di tempo sufficiente da consentire loro di risparmiare qualcosina nel caso questa vicenda, a dispetto del solito, dovesse finirgli male. Certamente lo sconto di 116 e spazzola milioni non dà segnali confortanti.

Beneficiaria eventuale della somma è la Figc ed è proprio qui che Bergamo trova la sua ciambella di salvataggio: «Sono innocente e andrò fino in fondo - ha dichiarato -. Ho seguito e messo in atto indicazioni della stessa federcalcio per mantenere buoni rapporti con i club». Fra i condannati c'è anche Innocenzo Mazzini, 700mila euro, vice presidente Figc. È una storia bellissima.

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