«Cambio il Milan, ma di testa mia»

Mihajlovic: «Le scelte tecniche non sono della società. Pensavo di risolvere prima i problemi»

MilanelloSinisa Mihajlovic a raffica. Ecco la sequenza sintetizzata in dieci pillole: 1) «Non cambio schieramento su suggerimento della società, chi lo scrive non mi conosce, se cambio è perché lo decido io, non so se sia giusto cambiare adesso dopo due settimane di vuoto per le nazionali»; 2) «I moduli non ti fanno vincere o perdere (allora perché voi allenatori li cambiate?, ndr)»; 3) «Il sistema di gioco attuato fin qui ci dà dei problemi (e se ne accorge dopo 7 turni?, ndr)»; 4) «Sono sereno e fiducioso, sono uno che non molla mai, sono sicuro che usciremo da questa curva, considero stimolante la mia avventura in rossonero»; 5) «Il gruppo è emotivamente debole ma non mancano né grinta nè voglia, pensavo di riuscire prima a risolvere i problemi della squadra»; 6) «Non è vero che il Milan corre meno delle altre, i dati pubblicati in proposito sono inesatti»; 7) «Mai viste ad Arcore con Berlusconi partite del Bayern e del Barcellona»; 8) «Non la penso come Mancini, le pressioni mi fanno bene, mi piacciono anche le esagerazioni italiane, in Serbia succede anche di peggio»; 9) «Balotelli ha avuto la pubalgia ma sta migliorando e da lunedì tornerà col gruppo»; 10) «Cerci è l'unico che salta l'uomo, mi sono opposto io in estate alla sua cessione».

Come si capisce bene non si può chiudere qui il ritorno in campo del Milan dopo la batosta col Napoli. Perché stasera col Toro l'appuntamento è di quelli che possono risollevare o inguaiare ancora di più Mihajlovic mettendo a nudo, definitivamente, i difetti e i limiti di un gruppo che avrà pure una fragilissima emotività ma non è talmente scarso da meritare la deludente classifica occupata in virtù di 4 sconfitte (troppe) e 3 successi, mai una rimonta, anzi quando è finito sotto non è stato capace nemmeno di realizzare un gol. Che l'abbia deciso Mihajlovic di cambiare registro, è persino evidente. L'ha maturato nei giorni seguiti alla "tranvata" napoletana: prima ne ha parlato a Galliani, poi a Berlusconi. Non farà la rivoluzione subito, qualcosa cambierà, magari moltiplicando le presenze a centrocampo. Nell'attesa di Balotelli, Cerci (oltre al ritorno di Abate a destra in difesa) è l'uomo nuovo, già visto, inutilmente, contro il Napoli quando il Milan colò a picco.

«Abbiamo tutte le qualità per recuperare e fare come la Lazio che ha subito 9 gol in due sconfitte e poi infilato tre successi di fila» la speranzella finale di Sinisa che non si gioca la panchina ma la credibilità di cui ha goduto in quantità industriale fin qui.

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