Martinenghi, primo oro. Il capolavoro a 5 cerchi del varesino tutto platino

Tete re dei 100 rana 24 anni dopo Fioravanti: "Europeo e mondiale mi sono preso tutto". Oggi Ceccon e Pilato

Martinenghi, primo oro. Il capolavoro a 5 cerchi del varesino tutto platino
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SuperTete il nostro SuperMan. Ventiquattro anni dopo il trionfo di Domenico Fioravanti a Sydney, un ragazzo di platino di nome Nicolò Martinenghi si prende di forza il titolo olimpico nei 100 rana e regala all'Italia il primo oro a Parigi 2024. È estasi pura alla Défense Arena per l'impresa di Tete, come tutti chiamano il varesino di Azzate, che in 59''03 batte di due centesimi il baronetto inglese Adam Peaty e conquista la seconda medaglia consecutiva dopo il bronzo dei Giochi di Tokyo. Non scende dal podio olimpico, dunque, Martinenghi, il ragazzino che sognava di diventare un stella della pallacanestro seguendo le orme del papà ma che per fortuna ha cambiato idea. Ieri è andato a segno con un canestro che vale una vita intera.

Martinenghi, 24enne primatista italiano (58"26), che nel 2022 si prese l'oro iridato di Budapest 2022 raccogliendo l'eredità di Peaty, il più grande della storia, spingendosi fin dove non era riuscito nemmeno Domenico Fioravanti (argento a Fukuoka 2001, primo olimpionico del nuoto italiano), adesso è con lui lassù, nell'Olimpo. «Dopo Tokyo ho fatto un altro salto» dice incredulo, «sono maturato tanto, e adesso è tutto vero, è così, come dico sempre, conta cogliere l'attimo, non conta il crono, conta essere pronti al momento giusto nel posto giusto...»

Nicolò è un talento che è riuscito a ottenere il massimo anche quando la condizione fisica non era delle migliori. In tutti questi anni, l'allievo di Marco Pedoja («la dedica è per lui, che ci credeva più di me») ha imparato tanto, ha sofferto ed è cresciuto, mettendo la testa a posto e focalizzandosi sul nuoto. Ha avuto ragione anche di smettere i panni del militare, investendo su se stesso per vincere con l'Aniene. La testa ha fatto poi la differenza, quella testa laboriosa e cocciuta della gente delle sue terre, che ha completato questo fuoriclasse che va sempre in controtendenza: tutti si fanno i tatuaggi, come i 5 cerchi, mentre lui non li ama. L'unico vezzo è una collana d'oro con i 5 cerchi, un talismano che poche volte esibisce a differenza degli amati orecchini. Adesso dopo questo titolo chissà che cosa si inventerà. «Ho già delle idee, ci siederemo al tavolo con papà...». Che fa l'orafo, e quindi il metallo era nel destino di Nicolò, che all'inizio non amava l'acqua e infatti iniziò con la pallacanestro, seguendo le orme del papà Samuele (Serie B) e del suo migliore amico «che nuotava, mentre io giocavo a basket». La magia è nata lì.

Si sono invertiti i ruoli. «Col nuoto era un rapporto di amore e di odio perché da piccolo non mi piaceva, piangevo piuttosto che entrare in acqua», ama ricordare. «Questa medaglia cambia la vita, ora mi sento una persona soddisfatta del percorso. Non mi manca nulla. È una medaglia da sognatore, perché l'ho sognata tanto anche nei momenti più bui di quest'anno. Ma non avevo niente da perdere e non ho avuto paura di buttarmi e vincere. Non ero nervoso. Infatti, prima della gara ero rilassato e ho giocato a briscola con i compagni». Luce per i compagni. Oggi sarà infatti la giornata di Thomas Ceccon e Benedetta Pilato, impegnati nelle finali dei 100 dorso e rana a distanza di dieci minuti l'uno dall'altra.

Speriamo che Thomas, il nuotatore più versatile del nuoto italiano e fresco di medaglia di bronzo nella 4x100 stile, possa galvanizzarsi dopo l'impresa di Tete. E occhio a baby Pilato. Le luccicano gli occhi. Sembrano color platino.

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