Milano«Oggi è stato un passo importante, per me è stata la partita più bella dell'Inter, nel secondo tempo ci siamo divertiti e abbiamo divertito la gente. Credo». Andrea Stramaccioni sta arrivando, fa una fatica del diavolo a non raccontarla giusta e cerca di tenere dentro la soddisfazione totale senza dimenticare il rigore reclamato dal Catania, netto, per sua stessa ammissione. L'Inter deve ringraziare Russo e poi in successione Almiron e Izco che si sono ciucciati due reti semplici nel primo tempo. Ma deve ringraziare soprattutto Antonio Cassano. Adesso è a cinque gol dopo aver battezzato Roma, Torino, Chievo, Fiorentina e ieri pomeriggio il Catania. Un gol sul quale l'Inter ha vissuto tutta la giornata.
Antonio Cassano così non se lo aspettavano in tanti, diciamocelo, ha mostrato tutto il repertorio fatto di palla sotto la suola che rotola, si smaterializza, scompare e riappare all'improvviso in posti inusuali, impensabili e imprevedibili, e questo è il suo peggior limite perché gli altri non lo capiscono e ci arrivano dopo.
Palacio si è messo la testa fra le mani quando ha scoperto, in ritardo, che quel pallone in area era per lui, solo e spensierato. E come a Palacio è capitato ad altri. Cassano non ha mai faticato molto in vita sua perché non ne ha mai avuto bisogno, la palla si affretta a finire fra le sue gambe perché lì si sente protetta, lui la chiama e lei arriva col sorriso in bocca. L'Inter di ieri, che aveva impostato la partita su ritmi lenti, ha agevolato la sua performance, e Cassano ha divertito, gli applausi più convinti sono arrivati al momento della sostituzione, quando Strama gli ha evitato gli ultimi venti minuti. Ma non sembrava affatto stanco, più una mossa preventiva per preservarne il talento perchè l'Inter è lì, regge la concorrenza, infila la quinta vittoria consecutiva, quarta in campionato, ma la stagione è appena iniziata e Antonio oggi è il bene più prezioso in dote a Strama.
Il suo gol di testa è diventato un semplice appoggio in rete ma la palla calibrata dell'altro genio Cambiasso è arrivata da molto lontano, tagliata, perfetta ma anche improvvisa. Andujar non ha neppure tentato l'uscita e Valerio Pablo Alvarez in giornata nerissima ha opposto solo una sommaria resistenza. L'Inter fino a quel punto aveva avuto le sue occasioni ma le migliori erano capitate sui piedi degli altri, clamorosa quella di Izco che si è ritrovato sulla testa e in piena area, la palla dell'1-1, con la difesa dell'Inter più Cambiasso schieratissima. Uscita indenne da questi due pericoli veri, l'Inter ha ripreso il secondo tempo così come lo aveva iniziato, quasi a compensare l'azzardo iniziale di Strama che aveva schierato le tre punte. Il pericolo reale che si trovassero tutti davanti alla linea della palla nei contropiede organizzati da Almiron si è verificato puntualmente, ma il Catania alla fine è stato poco anche se è riuscito a rimanere sempre in partita.
Andujar lo ha tenuto in linea di galleggiamento con paratone su Cassano, Milito e Alvarez, ma poi ad eccezione di Almiron che tratta la palla come i prestigiatori, il resto è stato abbondantemente insufficiente, Legrottaglie ha messo le mani al collo a Palacio senza riuscire a fermarlo, Barrientos e Bergessio tanto movimento zero risultato, Gomez annullato da Obi. Avanti in silenzio.
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