Oggi alle 12 in Figc si chiuderà l'era Abete, con l'annuncio - già dato in Brasile dopo l'eliminazione dell'Italia - davanti al consiglio federale delle sue dimissioni irrevocabili da presidente, e inizieranno le grandi manovre per il futuro prossimo. Quella odierna sarà la prima tappa per stabilire programmi e uomini da cui ripartire per risolvere la crisi tecnico-dirigenziale, aperta dall'uscita di scena di Abete ma anche del ct della Nazionale maggiore Prandelli.
Abete, letta la sua relazione sugli avvenimenti che hanno portato alla sua decisione, rifiuterà la richiesta dei consiglieri - in particolare di Tavecchio che, favorito numero uno per la successione, vuole prendere tempo - di ritirare le dimissioni. Non traghetterà la Figc all'assemblea elettiva (la cui data dell'11 agosto dovrebbe essere definita oggi, anche se era già prevista quella straordinaria per lo statuto) e la reggenza andrà allo stesso vicepresidente vicario Tavecchio.
Poco più di un mese, dunque, per ricostruire il pianeta calcio dalle sue macerie. Con le varie componenti chiamate intanto a trovare la convergenza su un candidato unico alla successione che non spacchi ulteriormente il mondo del pallone e non porti al rischio di un commissario. Tavecchio, presidente della Lega dilettanti, è il candidato forte perchè uomo d'apparato, con grande esperienza nel mondo del calcio visto che da anni lavora sugli sport di base e ha buoni rapporti con la Lega di A e la Giunta del Coni. Può già contare sul 34 per cento dei consensi, ovvero il peso del suo mondo all'interno dell'Assemblea elettiva, ma oggi chiederà più tempo per l'assemblea: sa di avere i voti per l'elezione, ma non la maggioranza qualificata per un governo solido. Anche se l'ufficio legale della Figc ha chiarito che i tempi tecnici ci sono per votare l'11 agosto.
Alcune componenti - tra cui Assoallenatori e Assocalciatori - spingono per una sorta di manager che possa rinnovare il movimento ma non hanno un nome. Il vero candidato di rottura sarebbe Demetrio Albertini che ha fatto però sapere di non essere interessato («almeno non a queste condizioni»). La Lega di A non esce allo scoperto con un proprio candidato, al momento c'è un asse con Tavecchio che prevede un ritorno in primo piano in consiglio. Già oggi le varie componenti, con una riunione informale prima delle 12, inizieranno a dialogare su questo punto.
Un punto strettamente legato anche alla scelta del nuovo ct. Lo stesso Tavecchio ha già espresso la sua idea: la nomina sarà del nuovo presidente federale e, visto che si parla della nostra scuola di allenatori gioiello di Coverciano, l'ipotesi migliore sarebbe quella di una «cantera» di tecnici da crescere in casa, a partire dall'under 15. Abete non farà nomi così come Albertini - che guiderà il tavolo informale di stamani - ma sembra quasi certo che il nome arriverà prima di Ferragosto. Allegri e Mancini non sono scelte low cost secondo la linea Tavecchio, Guidolin e Zaccheroni sì ma stanno perdendo quota, dunque potrebbe uscire una sorpresa.
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