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"Cavolate social su Jacobs. Gli infortuni destabilizzano"

Lo sprinter sostituirà l'olimpionico agli Europei a squadre: "So cosa significa farsi male spesso"

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Siamo ancora a metà di questo 2023, ma abbiamo già un serio candidato al premio di «sportivo rivelazione dell'anno»: Samuele Ceccarelli.

Dopo aver battuto Marcell Jacobs agli Assoluti indoor di Ancona e averlo sconfitto - soprattutto - nella finale dei 60 metri agli Europei di Istanbul in cui ha vinto la medaglia d'oro sempre davanti al re di Tokyo, l'uomo delle sorprese non si è fermato. Anzi, il 23enne sprinter toscano dell'Atletica Firenze Marathon ha dimostrato il 2 giugno al Golden Gala di non avere alcun timore, ma solo grandi ambizioni. All'esordio stagionale all'aperto, infatti, ha corso i 100 metri in 10.13, polverizzando il suo precedente personale di 10.45 e chiudendo quinto tra le stelle dell'atletica mondiale. Tutto questo è accaduto mentre il campionissimo Jacobs arrancava tristemente. «Gli auguro il meglio e lo aspetto in nazionale», lo incoraggia «Cecca», che gareggerà al suo posto sui 100 metri agli Europei a squadre di Chorzow (Polonia), in programma da venerdì 23 a domenica 25 giugno. «Mi sento bene, sono molto fiducioso. Punto a fare il meglio possibile, onorare la maglia azzurra che ho nuovamente la possibilità di indossare e cercare di migliorarmi ancora».

Samuele, l'ultima volta che ha vestito l'azzurro è stato in occasione dell'oro europeo di Istanbul. Quel successo l'ha cambiata?

«È cambiata la mia vita, ma non sono cambiato io. Nel mio carattere io sono sempre il solito».

Il 2 giugno ha esordito sui 100 metri in una tappa di Diamond League. Che serata è stata quella di Firenze?

«Non esagero: mi sono venuti i brividi fin dall'ingresso in pista. Penso di essere partito bene, poi mi sono un po' scomposto nel finale. Ma era normale perché la tensione era alta. Quella prestazione mi ha dato ulteriore forza, sono fiducioso di poter migliorare molto».

Scendere sotto i 10 secondi è possibile?

«Lo spero. Ma a me piace essere razionale. Non mi piace parlare finché non ho qualcosa di concreto in mano. Vedremo gara per gara dove si potrà arrivare».

Samuele Ceccarelli è l'uomo delle prime volte. La prima vittoria agli Assoluti davanti a Jacobs, il primo oro agli Europei all'esordio con la Nazionale maggiore, il debutto al Golden Gala con primato. Sembrerebbe che non senta il peso del grande evento. È così?

«Cerco di affrontare questi grandi appuntamenti con più freddezza possibile, senza pensare troppo a quello che è il contorno, agli avversari. In fondo, devo soltanto ripetere un gesto che ho fatto più e più volte durante l'allenamento insieme al mio allenatore Marco Del Medico».

A Firenze non c'era Jacobs, che mercoledì ha postato un messaggio sui social per raccontare il suo stato d'animo e per difendersi dalle critiche. «Sono un essere umano, rinascerò ancora», ha scritto. Cosa pensa del suo sfogo?

«Innanzitutto, spero che Marcell ritrovi la tranquillità. Mi è capitato in questi giorni di leggere in giro un sacco di cavolate che scrive la gente che veramente non sa come far passare il tempo, sputando nel piatto in cui ha mangiato fino a poco prima. Con il suo trionfo a Tokyo, Marcell ha ispirato non solo me ma tutta l'atletica italiana. Speriamo possa tornare a calcare le piste il prima possibile».

Anche lei ha dovuto fare i conti con diversi infortuni.

«Gli infortuni fanno parte del gioco. Noi siamo macchine da corsa e quando raggiungiamo dei picchi di pressione a livello fisico, ci sta che un ingranaggio si sforzi di più e poi debba essere curato. I problemi del passato sono stati risolti, per fortuna».

Ha avuto mai il pensiero di smettere?

«Negli anni scorsi ci sono stati tanti momenti frustranti. Non è facile convivere con l'idea di allenarsi, dedicare tanto tempo e non ricevere in cambio neanche la metà di quello che hai dedicato. Non ho mai pensato di smettere, ma dei momenti di messa in discussione sì li ho avuti».

Adesso la fermano per strada perché la riconoscono. Che cosa significa?

«Mi piace l'idea di essere un'ispirazione per dedizione e perseveranza.

Tutti, con me, possono pensare: se ce l'ha fatta Ceccarelli, uno sconosciuto, allora posso farcela anche io».

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