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C'era una volta la Ferrari Da anni non si vedevano due Rosse così brutte

Leclerc e Vettel fuori dal Q3. Non era mai successo con questo format. Hamilton pole

C'era una volta la Ferrari Da anni non si vedevano due Rosse così brutte

Scusate, ci eravamo sbagliati. La Ferrari non aveva ancora toccato il fondo. C'è riuscita (speriamo per l'ultima volta) nelle qualifiche del Gp del Belgio che un anno fa aveva dominato, piazzando due auto davanti a tutti in ogni sessione. Vettel e Leclerc non hanno colpe. Non hanno sbagliato nulla, ma non sono riusciti neppure a qualificarsi per la Q3, cosa che a Spa non era mai capitata e nella storia era successa solo nel 2012 ma per un errore del box e Alonso aveva poi vinto. Mai, dunque, per mancanza di prestazioni da quando è in vigore questa formula, stagione 2006.

«Qualcosa ci sfugge, si tratta di capire, ci vuole pazienza». Ecco le parole più dure pronunciate da Mattia Binotto dopo una delle peggiori qualifiche di sempre. Il team principal non si tira mai indietro. Si presenta davanti alle telecamere di Sky per festeggiare una vittoria, come per spiegare una débâcle. Di questo gli va dato atto. Ma ogni tanto dovrebbe presentarsi con quella faccia furiosa che i suoi amici raccontano ogni tanto porti nelle riunioni con il team. «Mattia sembra un buono, ma quando si arrabbia», raccontano. D'altra parte se non fosse un uomo di grande valore, Sergio Marchionne non gli avrebbe dato tanta fiducia. Ma non è detto che un uomo e un tecnico di grande valore sia anche un perfetto team principal. Soprattutto se viene lasciato solo da una presidente assente che quando parla riesce a dire che la «Ferrari gode di ottima salute» anche se assomiglia da matti all'orchestra del Titanic.

«Stiamo lavorando per il 2021 e ancora di più per il 2022», ci fa sapere Binotto. Ma possiamo avere fiducia in chi ha mandato in pista la SF1000? Possiamo pensare che chi ha progettato la peggior monoposto dell'era moderna ferrarista dopo quella del 1992, sia in grado di progettare quella del futuro? Sono queste le domande che aspettano una risposta a una settimana dal Gran premio d'Italia, a due settimane dalla festa del Mugello, il gran premio numero 1000 della straordinaria storia rossa.

«La gara è tutta da scrivere», aggiunge Binotto. Ma non vediamo che cosa possa esserci di bello da scrivere a meno che non cada un meteorite sul Belgio eliminando Mercedes, Red Bull, Renault, Racing Point, McLaren e Alpha Tauri. La zona punti sarebbe già un mezzo miracolo visto che Leclerc ha preso più di 2 decimi da Gasly che guida un'Alpha Tauri, la vecchia e gloriosa Minardi di un tempo. L'obbiettivo stagionale è il terzo posto tra i costruttori ed è ancora raggiungibile. Ma weekend come questo fanno male ai tifosi, tolgono fiducia e sorriso ai piloti che poi, pur senza sbagliare, non riescono più a estrarre quel decimo extra che viene dal cuore.

A festeggiare in stile Wakanda forever è stato per la sesta volta in Belgio e la 93ª in carriera, Lewis Hamilton. La differenza, ancora una volta, l'ha fatta lui, rifilando 0511 a Bottas che invece si è salvato per soli 15 millesimi dall'attacco di Verstappen. Max ci proverà in gara. Se c'è qualcuno che può almeno tentare di combattere con Hamilton questo è lui. Potrebbe trovare un alleato nel tempo che è dato molto variabile come spesso accade sulle Ardenne.

Senza scordare che sul bagnato anche Hamiton è un professore.

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