
C'è chi dice no. C'è chi dice no addirittura alla Champions come ricorda, quasi sotto voce, dinanzi alla mamma madame Veronique e al suo affollato staff di agenti seduti con Tare e Moncada in prima fila, Adrien Rabiot, 30 anni, piena maturità fisica e calcistica, reduce da una stagione di grande livello e da un turbolento addio con l'OM. "Ho preferito il Milan senza Champions piuttosto che andarla a giocare in un club iscritto alla Champions e con nessuna possibilità di vincerla" la frase che, rilanciata dai siti e dalle chat di milanisti, è già servita a procurargli una scia di messaggi positivi. Non è l'unica. Perché poi, quando si tratta di parlare di calcio, allora Rabiot spiega perfettamente il suo carattere ricordando che "con umiltà posso dire di essere pronto a giocare subito e giocare in qualunque ruolo del centrocampo mi chieda di schierare il mister". Che tra i due ci sia un eccellente rapporto lo documenta il passato ma anche la ricostruzione, autentica, dell'estate specie quando Rabiot ricorda di aver parlato già qualche mese prima con Allegri, "appena arrivato al Milan" e di averlo poi sentito "il giorno dopo la rottura con il Marsiglia". Insomma Allegri lo considerava da allora una delle pedine per completare il suo centrocampo. E che tra i due l'intesa sia perfetta è documentato anche dalla frase dedicata all'obiettivo della stagione, "che è raggiungere la Champions", esattamente le stesse indicate proprio da Max il giorno della presentazione.
Ma c'è di più. C'è anche la voglia di tornare utile a questo Milan "che è un mix tra calciatori esperti e giovani, e ogni riferimento a Modric e Odogu, uno degli ultimissimi arrivati è evidente. Come dovranno certificare le cifre di questa stagione scandita dalla scelta di un numero sulla maglia, il 12 indossato per la presentazione del giorno 12 settembre alle ore 12 ma sotto sotto nasconde anche l'ambizione di raggiungere quella cifra in fatto di gol sfiorata in Francia ("10 senza fare le coppe") e ai tempi della Juve a Torino. "Sono fiducioso ma c'è bisogno di tempo quando si cambia tanto come ha fatto il Milan" l'avvertimento che deve valere anche per la vulgata tossica secondo cui quelli partiti di recente da Milanello hanno lasciato in giro solo giudizi al veleno. Rabiot sul punto, senza accorgersene, ha smentito la narrazione. Questo il suo racconto: "Per capire il Milan ho chiesto a Mike Maignan e a Theo Hernandez il quale ha detto che mi sarei trovato bene, come in una famiglia.
Dello stesso tono il giudizio di Mbappè sul conto di Modric col quale ha condiviso l'esperienza al Real Madrid". Capitolo chiuso con Rowe da ritrovare subito col Bologna. "Ci siamo già sentiti via messaggio" l'informazione.