L'accusa è pesante: riciclaggio. L'indagine, coordinata dal pm di Milano Carlo Nocerino e condotta dalla Gdf milanese, riguarda il giocatore della Lazio Luciano Zauri e si riferisce a un presunto versamento «in nero» da un milione di euro che avrebbe ottenuto su conti svizzeri, nell'ambito del suo trasferimento dalla Sampdoria alla società biancoceleste nel 2011. Insieme a Zauri è indagato il suo procuratore dell'epoca, Tullio Tinti, agente di molti calciatori di serie A: l'inchiesta su quest'ultimo risalirebbe al periodo tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, arco temporale nel quale il procuratore avrebbe realizzato false fatture per inesistenti consulenze nel mondo del calcio al fine di portare soldi all'estero e non pagare quanto dovuto al fisco.
L'inchiesta è nata dalle rivelazioni del «faccendiere» svizzero Giovanni Guastalla. Secondo l'accusa, Guastalla attraverso la sua società Doge avrebbe messo in piedi una vera e propria «centrale» di false fatture che avrebbe consentito negli anni scorsi a una serie di clienti (circa 300 le posizioni valutate in Procura a Milano) di trasferire i soldi in Svizzera ed evadere il fisco.
Gli investigatori stanno cercando di capire se i «fondi neri» creati all'estero siano andati solo a vantaggio di Zauri e di Tinti o anche di altri soggetti.