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Tra Champions, soldi e ferie derby sotto il segno della "X"

Un risultato di parità accontenterebbe entrambe. Garcia ironico sul posticipo: "Noi scarsi, loro stanchi, hanno fatto 120' in coppa..."

Tra Champions, soldi e ferie derby sotto il segno della "X"

Roma - Il Lazio-Roma più in ritardo da 26 anni a questa parte (scherzi del calendario e di un posticipo ulteriore richiesto e ottenuto dai biancocelesti) ha più di un motivo di interesse. In palio c'è un appetitoso piatto da 40/50 milioni - quanto può valere conquistare il secondo posto in campionato -; c'è di conseguenza un periodo di vacanza più lungo per i calciatori (la fase a gironi inizierà a metà settembre, i preliminari previsti per chi arriverà terzo si giocheranno il 18 e 25 agosto con un avversario temibile da pescare in un lotto che comprende tra le altre il Manchester United e il Valencia); c'è la solita supremazia cittadina, il vero «sugo» della sfida tra le 2 anime calcistiche di una città.

Maggio è un mese che ha già regalato derby «storici». Due su tutti: lo 0-0 del 2005 ribattezzato la sfida della paura, con biancocelesti e giallorossi sull'orlo del baratro della B che decisero di non farsi male; l'1-0 del 2013 siglato da Lulic che consegnò la Coppa Italia ai laziali e diede il la a una vera rivoluzione in casa Roma. Quest'ultima ha già in tasca un posto sul podio, grazie al ko del Napoli; gli avversari di Pioli hanno bisogno di un punto per riaffacciarsi sull'Europa d'élite. Ecco che i social si sono già scatenati temendo un derby da X, tanto che gli scommettitori hanno già abbassato le quote del pari.

Conoscendo le caratteristiche delle due squadre, difficile pensare a un pari già «programmato». Il tesoretto fa gola e darebbe ossigeno alle casse di Trigoria e Formello, Pioli è un allenatore che vuole sempre giocarsi le partite (non a caso la Lazio è la squadra che ha meno segni X in A, appena sei in 36 gare), la Roma ha numeri e uomini che possono risultare decisivi. Anche se a volte è stato premiato il coraggio, vedi le gioie inaspettate per tanti carneadi o matricole del derby. Di sicuro il terzo posto finale per la Lazio avrebbe il sapore di un'impresa difficilmente pronosticabile all'inizio della stagione, mentre mancare il secondo posto per la Roma sarebbe una specie di fallimento alla luce dei «proclami» dell'annata.

E diverso è stato l'atteggiamento della vigilia da parte dei due tecnici: basso profilo, come è nel suo stile, per Stefano Pioli; più nervosismo per Rudi Garcia, che dopo un derby vinto (il primo per lui) coniò la famosa frase della «chiesa tornata al centro del villaggio». Sa che con questa sfida si gioca tutto: la stagione, il futuro, la considerazione della sua gente. «Loro sono i più forti e noi scarsi: vedremo...», così il tecnico francese. Che poi attacca e ironizza: «Hanno vinto l'ultima con la Samp per un gol irregolare, dopo aver pianto contro l'Inter. Con Rizzoli, il miglior arbitro italiano e forse del mondo, almeno su questo saremo alla pari. Forse ci faranno giocare il derby martedì: in Coppa hanno fatto 120 minuti...». «Giochiamo per vincere e arrivare secondi, abbiamo fiducia dopo la bella finale con la Juve di Coppa Italia - il messaggio di Pioli -. Per farlo serve tutto: la tecnica per giocare la miglior partita possibile, la compattezza, e lo spirito che la squadra ha sempre messo in campo».

L'ultima prova sarà per la città di Roma, chiamata a un'altra giornata infernale tra manifestazioni, cortei e la madre di tutte le partite giocata di lunedì alle 18, perchè di sera il derby non si può disputare. 700 gli steward dentro l'Olimpico per i circa 50mila spettatori, 1700 gli agenti schierati, con la Digos che da giorni sta monitorando le frange più estreme delle tifoserie sul web. Quadrante della Capitale chiuso per ore e sicuri disagi per i residenti.

La speranza è che tutto fili liscio.

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