di Franco OrdineR oma e Milan sono due squadre plasticamente imperfette, guidate in modo simmetrico da due tecnici incapaci di eliminare le imperfezioni denunciate. Perciò sono accomunate dallo stesso malinconico destino: abbandonate cioè dal proprio pubblico, che per Roma giallorossa è una specie di novità. Il Milan, da qualche anno, è abituato al mezzo deserto di San Siro e allo scetticismo disperato del suo popolo. Ogni sconfitta dei rossoneri viene seguita da un processo pubblico a società, allenatore e giocatori: tutti colpevoli, nessuno escluso, persino gli autori di una storia irripetibile come quella berlusconiana. La Roma sgabbia spavalda e trova subito il gol del vantaggio eppure non le basta per veleggiare sicura verso la fine della sfida perché poi col tempo si smarrisce, perde sicurezza e tradisce anche lacune fisiche, da sempre una spina nel fianco per i metodi del tecnico francese. Nemmeno il ritorno in campo di Francesco Totti dopo una vita contribuisce a cancellare dalla notte umida dell'Olimpico amnesie e balbuzie. Non difende bene il Milan sulla prima punizione, Zapata imbambolato su Rudiger, ma nemmeno la Roma sembra più scaltra nel chiudere il portone. Romagnoli ha una partenza lenta e macchinosa, da brividi i suoi primi interventi e se si pensa al vuoto iniziale di Bertolacci, al girare a vuoto di Luiz Adriano il pensiero, come un riflesso condizionato, va subito al famoso mercato dell'estate rossonera. E invece il Milan della seconda frazione, il Milan dalla doppia vita insomma, è un altro Milan, un'altra squadra, capace di risalire la china con Kucka, che poi fallisce il facile raddoppio, scheggiare una traversa con Bacca e poi tenere in pugno la sfida, con una personalità vista raramente nella stagione. Tutti i due pistoleri, Garcia e Mihajlovic, sono disposti a rischiare la panchina pur di vincere.
E lo dimostrano i loro cambi nell'ultimo tratto: dentro Salah e Totti, dentro Boateng e Niang. Perciò forse si possono considerare ancora salvi dopo questo duello rusticano finito in perfetta parità. Imperfette sono e imperfette restano per un futuro tutto da decifrare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.