Ora che il patron Luca Campedelli è stato nuovamente deferito e che il Tribunale federale aveva già provato, durante l'udienza del 25 luglio scorso, l'illecito sul sistema di «plusvalenze fittizie» (messo in piedi insieme al Cesena ormai defunto ma penalizzato), non potendo però condannarlo per un vizio procedurale e restituendo gli atti alla Procura Figc, il Chievo rischia grosso. La serie A non sembra più in discussione, ma il cammino nel prossimo campionato potrebbe iniziare con un pesante segno meno in classifica.
Gli 007 del pallone ci riprovano dopo lo schiaffo subìto nel primo procedimento, quando quell'errore procedurale (il non aver ascoltato Campedelli) aveva mandato all'aria il lavoro di Giuseppe Pecoraro. Un errore marchiano che la Procura federale aveva già compiuto mesi fa nel caso Alborghetti-Albinoleffe: il giocatore era accusato di non aver rispettato il contratto con il club lombardo, ma ottenne di non essere processato proprio perchè non fu ascoltato.
Il nuovo deferimento arriva perchè Luca Campedelli ha formalmente rinunciato ad essere sentito dalla Procura il 30 luglio scorso (aveva inviato un certificato medico) riservandosi di presentare entro due giorni una memoria sostitutiva. Ma quella memoria non è mai giunta sul tavolo di Pecoraro e dei suoi assistenti e quindi il Chievo tornerà a giudizio per l'alterazione dei dati contabili nel triennio 2014-2017 per ottenere l'iscrizione al campionato attraverso plusvalenze ritenute fittizie. Praticamente identico il testo del deferimento, che riguarda anche altri dirigenti clivensi, rispetto a quello di luglio.
Il processo di primo grado dovrebbe svolgersi prima di Ferragosto (probabilmente il 13 o 14), poi ci sarà l'appello a serie A iniziata. Difficile, quindi, che un'eventuale sanzione al Chievo (la Procura richiederà di nuovo 15 punti di penalizzazione) possa intervenire sulla classifica del campionato 2017-18. E del resto nemmeno a quel -15 deciso per il Cesena, il Tribunale ha dato valore retroattivo. Come già capitato per Foggia e Parma, i giudici di primo grado intendono per stagione in corso quella iniziata il 1° luglio. E appare improbabile che il Tribunale federale ribalti il principio della non afflittività della pena. Con buona pace del Crotone, parte in causa, che però ha chiesto il rinvio delle prime due giornate per consentire alla giustizia sportiva di pronunciarsi sul caso. «Non c'è competizione - ha spiegato il patron dei calabresi Vrenna - se una società che per 3 anni di seguito è senza carte per iscriversi e trova escamotage falsando bilanci rispetto ad altre che fanno salti mortali per stare in piedi cercando di risparmiare».
I calabresi, guardano anche ai
giudici della Corte d'appello che devono pronunciarsi sul -5 al Parma: se accoglieranno il ricorso del Palermo sulla mancata rerocessione degli emiliani, ma è un'ipotesi utopistica, farà giurisprudenza per i casi successivi.
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