Sport

Ci vuole un fisico bestiale. A Musetti e Sinner ora manca solo questo

Lorenzo avanti con Djokovic 7-6,7-6, poi cede per stanchezza. Yannik sotto tono con Nadal

Ci vuole un fisico bestiale. A Musetti e Sinner ora manca solo questo

Sono ragazzi. Lo sono ancora, anche se a volte non sembra: serviva un giorno da leoni, alla fine è stato un lunedì da gattini. Con qualche ruggito però, soprattutto da parte di Lorenzo Musetti e non certo di Jannik Sinner. Che, diciamolo, per una volta ha deluso. Serviva un fisico bestiale, perché le palline che arrivano da Djokovic e Nadal pesano il doppio. E il fisico ancora non c'è, così come manca quell'esperienza che ti fa superare difficoltà ed emozione, «quella cosa che quando l'hai già vissuta, la volta dopo ti fa arrivare preparato». Parola di Novak. E allora: l'Italia del tennis si è risvegliata male dalla sua giornata da sogno, però adesso c'è ancora Matteo Berrettini ad aspettare Djokovic nei quarti. E lui il fisico ce l'ha di sicuro.

Era partito una meraviglia questo fantastico lunedì, Musetti 7-6, 7-6 su un Djokovic quasi incredulo di quello che si trovava di fronte. «Credo di non aver mai giocato così bene, a un livello che non è ancora nelle mie corde per una partita intera» dirà poi il ragazzo di Carrara, la cui storia ricorda quella del rivale alla sua età. Anche il Nole 19enne era incapace di reggere fatica e tensione, mentre adesso può dispensare pillole di saggezza: «Questa esperienza servirà tanto a Lorenzo. È ancora un teenager, deve imparare a gestire emozioni e pressioni. Ma ha grande talento, è un bravo ragazzo, se va avanti così diventerà un top». Giudizio condiviso da tutti, in quei due set da Musetti spettacolo, nei quali il numero uno al mondo ha visto sfilare via due tie-break. Poi però è arrivato quel momento di cui parla Djokovic, e non si è più giocato: 6-1, 6-0, 4-0 e ritiro. «Mi è dispiaciuto - ammetterà Lorenzo -: i primi due set sono durati a lungo e all'improvviso ho sentito un dolore sordo in fondo alla schiena e poi un crampo verso l'inguine. Non c'era più possibilità di fare un solo punto, era inutile». Ma che show comunque, «una grande esperienza. Naturalmente sono un po' deluso, ma stavo giocando contro il numero uno del mondo e gli ho preso i primi due set!». Davvero.

Anche Jannik Sinner si ricorderà a lungo di questa giornata, ma in altro modo: avanti 5-3 all'inizio, ha perso 8 game consecutivi e il filo del discorso (7-5, 6-3, 6-0 il finale). Vero che Parigi è casa Nadal (ieri è arrivato al 35esimo set vinto di fila al Roland Garros), ma tutti pensavamo, Sinner compreso, che la distanza non fosse così grande: «Avrei dovuto vincere il primo set, lì è cambiato tutto. Sto cercando di essere al livello di giocatori come Rafa, ma loro mentalmente sono fortissimi». È un momento strano, quello del nostro Predestinato, quasi che le difficoltà impreviste lo rendano più fragile, soprattutto durante i match che contano. Quasi che non sappia gestire la grande aspettativa di tutti e di se stesso, com'era sconsolato vedendo la partita volare via. Ci vuole calma e pazienza invece, ma anche questo si acquisisce col tempo. Lo ha detto Djokovic: «Quando sai come imparare da certi ko, prendi un sacco di energia».

Sono ragazzi, Lorenzo e Jannik: la prossima volta già sapranno cosa fare.

Commenti